Sono passati 25 anni da quel 23 gennaio 1996, giorno in cui cambiarono le vite di moltissime persone, cambiarono le vite dei familiari delle vittime della strage del quadrivio di secondigliano, ma anche le vite dei sopravvissuti.
Uno di loro, Franco Concilio, operaio, anche lui impegnato nei lavori di scavo nella galleria nel momento dell’esplosione, allòra 55 anni, oggi 79, non dimenticherà mai quel giorno, il giorno che probabilmente un angelo gli ha salvato la vita spingendolo fuori dalla galleria con la sua scavatrice, come non dimenticherà mai piú i colleghi che fino a pochi minuti prima erano con lui e che un attimo dopo erano rimasti uccisi nell’esplosione.
“Ricordo le ultime parole di quasi tutti – dichiara Franco – avevamo finito di lavorare e mentre ci preparavamo per uscire chiacchieravamo, io come sempre ero sulla scavatrice per portarla all’esterno, ed i miei colleghi vicino ai loro mezzi, mi é rimasto impresso Gennaro De Luca, “Cutegna per gli amici”, mi diede appuntamento fuori, disse che finiva di sistemare e sarebbe uscito anche lui, cinque minuti, quei cinque minuti si sono trasformati in eternità. Mentre camminavo nella scavatrice, quasi a tre quarti della galleria – prosegue Franco – improvvisamente sentii un boato e il mio mezzo fu trascinato all’indietro, capii che qualcosa stava succedendo, si appese alla mia scavatrice un altro collega, mi sembravamo due moscerini, sembrava un film, la mia scavatrice veniva trascinata all’indietro e girandomi, vedevo la fiamma che mi veniva incontro, ho messo al massimo i motori e sono riuscito ad uscire insieme al collega, subito dopo ci siamo resi conto di quello che stava succedendo, abbiamo visto che non salivano gli altri e siamo subito rientrati un’altra volta, ma ad un certo punto ci siamo dovuti arrendere, le fiamme erano troppo roventi e troppo alte, era umanamente impossibile continuare a provarci. Da quel giorno qualcosa é cambiato – conclude Franco – non c’é giorno che non penso ai miei amici e non c’é notte che non li sogno, un attimo prima eravamo tutti insieme come sempre a lavorare, un attimo dopo la tragedia”. Franco non aveva mai avuto la forza di parlare prima e ha sempre disertato cerimonie pubbliche istituzionali.
Per lui da 25 anni non ci sono piú i suoi colleghi, i suoi amici, i morti annunciato del Quadrivio. Il resto non conta.
