I bioritratti: Tina Pica, la caratterista dallo spirito popolare

All’Anagrafe era Concetta Luisa Annunziata Pica, ma per tutti era, ed è, Tina Pica, una delle principali attrici caratteriste della storia del cinema italiano. Ma lei nel cinema debuttò quando aveva già 32 anni, con alle spalle ben 25 anni di teatro.

Tina Pica nacque a Napoli il 31 marzo 1884, era di Borgo Sant’Antonio: il padre (Giuseppe) e la madre (Clementina) erano attori in una compagnia “ambulante”. A sette anni debutta su un palco, nella Comagnia Drammatica di Federico Stella.

Quando era già grande, il padre si ammalò alla viglia della rappresenttazione di Don Anselmo Targalia, che doveva essere interpretato proprio dal genitore. Tina viene a sapere dell’inconveniente della compagnia di genitori e, senza pensarci su, si veste da uomo e sale sul palco al posto del babbo, ad interpretare una delle principali maschere della commedia dell’arte. Fu un successo. Nei panni maschili recitò anche interpretando il Principe Amleto di Danimarca nella targedia di William Shakespeare.

Crea poi una propria compagnia chiamata “Teatro Italia” e da lì inizia una delle attività più prolifiche, ovvero quella di scrittrice di testi teatrali.

Quando è già sulla soglia dei cinquant’anni, incontra la Compagnia di Eduardo De Filippo, con il quale reciterà in “Napoli Milionaria”, “Filumena Marturano”, “Questi Fantasmi” e in “Natale in casa Cupiello”.

Facendo un passo indietro, dicevamo del debutto al cinema: nel 1916 recita in “Carmela, la sartina di Montesanto” e in “Ciccio, il pizzaiuolo del Carmine”, due film del genere muto che hanno la particolarità di essere stati diretti da Elvira Notari, prima regista italiana e una delle primissime al mondo. Tornando alla collaborazione con Eduardo De Filippo, c’è da dire che tra l’attrice e il Maestro non ci fu grande intesa e, nel 1955, tra i due vi fu la definitiva rottura. Infatti, due anni prima, Tina aveva lasciato la Compagnia di Eduardo per reciatre in “Pane Amore e Fantasia” di Comencini, tornata dal Maestro dopo un periodo più lungo del previsto, Eduardo si inalberò trovando una dura replica della Pica.

Nel 1955 Tina riceve il Natro d’Argento, come migliore attrice non protagonista del film “Pane Amore e Gelosia”, nel ruolo di Caramella.

Oltre alla lunga carriera taatrale, la Pica ha reciatto in sessantuno film, tra il 1916 e il 1963, tra cui, oltre a quelli già citati, ricordiamo, “Sperduti nel buio”, “Porca miseria!”, “Siamo ricchi e poveri”, “L’oro di Napoli”, “Totò e Carolina”, “Destinazione Piovarolo” e “Ieri, oggi, domani”, che fu il suo ultimo lavoro cinematografico. 

La sua non fu una vita facile: il primo marito morì poco dopo il matrimonio e un triste destino colpì anche la figlia, quando era ancora molto piccola. Anni dopo Tina Pica si risposò, con un agente di Polizia, che collaborò con l’attrice anche in abito artistico.

Tutti i registi con cui ha lavorato erano d’accordo sul fatto che Tina Pica evesse una spiccata capacità nel trovare la battuta giusta che “risolveva” la scena, diventando una utile risorsa per colleghi e direttori. Il suo vocione rimane inconfondibile, Tina era l’interprete delle gente, quella che caratterizzava il territorio in cui si vive la vita quoatidiana. Pur non essendo mai stata attrice protagonista, i suoi personaggi cinematografici rimangono scolpiti nel tempo. Ebbe in Totò un collega nei confronti del quale propvava una grande stima, sempre ricambiata. 

Ci lasciò il 16 agosto 1968.

Fabio Buffa

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