Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l’abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, con le promesse non mantenute, con i proclami, i post, i comunicati a cui non sono seguiti azioni, con la nostra incapacità di comprendere i problemi endemici di questa città abitata anche da adolescenti – poco più che bambini – che camminano armati, come in una città in guerra”.
Lo ha detto il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia per i funerali di Giovanbattista Cutolo (nella foto di Fabio Sasso/ Flash Press Agency).
“Giogiò, fratello e figlio mio, prega per questa tua città ferita, per questa nostra amata Napoli che – ha proseguito – come una madre negligente non ha saputo custodirti e difenderti.
Prega per lei e rendi inquiete le notti di chi, anche come me, in vari ambiti, livelli e ruoli, occupa posti di responsabilità: che la tua dolce musica divenga per tutti noi uno squillo potente capace di destare i nostri cuori assopiti e di restituirci al nostro compito più urgente: disarmare Napoli, educare Napoli, amare Napoli!”.
“Sì, amare Napoli, Volere il bene di Napoli, realizzare il sogno di Dio per questa città”, ha detto ancora mons. Battaglia, interrotto dagli applausi. “Donare il proprio tempo, condividere cuore ed energie, passione ed entusiasmo affinché le pistole si trasformino in posti di lavoro, i coltelli in luoghi educativi, i pugni in mani tese, gli insulti in melodie, concerti, arte, vita”
