I bioritratti: 4  anni fa ci lasciava Carlo Croccolo

Sono passati quattro anni dalla morte di Carlo Croccolo, uno degli attori più genuini e poliedrici del cinema e del teatro italiani. Un artista capace di vivere con straordinaria passione il proprio lavoro e i legami sentimentali: leggendaria fu la sua breve relazione con una Marilyn Monroe già intossicata da alcol e farmaci.

Era il 12 ottobre 2019 quando, nella sua casa di Castel Volturno, spirò all’età di 92 anni questo grande artista. Croccolo era nato a Napoli il 9 aprile 1927, inizò a recitare giovanissimo, a 23 anni passò alla radio con la trasmissione “Don Ciccillo si gode il sole”, poi ancora teatro con “L’Anfiparnaso”, diretto da Mario Soldati. Al cinema debuttò con “I cadetti di Guascogna”, di Mario Mattioli. Era il 1950 e in quell’anno, a dire il vero, Carlo Croccolo recitò in ben 6 pellicole. In “47 morto che parla” ci fu il grande incontro con Totò: “lui mi ha insegnato ad essere un vero professionista -disse in un’intervista di alcuni anni fa- perchè io da giovane ero un dilettante, mi piaceva fare ciò che volevo senza seguire indicazioni o consigli. Totò mi ha aiutato ad essere un artista completo e serio sul lavoro”. Malgrado Carlo abbia sempre confidato (chissà poi se lo pensava veramente) che lui l’attore lo faceva solo per il denaro.  

L’incontro con il Principe De Curtis lo organizzò Mario Mattioli, fu una sorta di provino in cui Totò disse a Croccolo, “la faccia da fesso ce l’hai, vediamo ora cosa sai fare davanti alla cinepresa”.

In “47 morto che parla”, ci fu una scena in cui i due recitano insieme ininterrottamente per ben sette minuti di pellicola, un’eternità dal punto di vista cinematografico.

Ma Carlo ne esce bene. Per tanto tempo è stato etichettato come una delle “spalle” di Totò, ma è ingeneroso non riconoscere la bravura esclusiva e indipendente di questo attore. Qualità apprezzate non solo da Totò, ma anche da Vittorio De Sica, i fratelli De Filippo, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque e Pasquale Squitieri.

In totale Croccolo ha lavorato in quasi 100 film per grande schermo, tra il 1950 e il 2014.  Ha recitato in 25 sceneggiati per la Tv, una decina di prose per la Rai e innumerevoli opere teatrali. Carlo Croccolo è stato anche regista e sceneggiatore e ha doppiato Totò e Vittorio De Sica. “Totò lo doppiai dal 1957, cioè da quando iniziò a perdere la vista. Per le scene negli interni si usava la presa diretta, ma nelle esterne gli attori dovevano doppiarsi da soli. De Curtis non riusciva a leggere il labbiale per carenza di diottrie, così chiesero a me di doppiarlo per le scene all’esterno”, confidò Croccolo in una manifestazione tenutasi nel Lazio.

Carlo però fu anche la voce italiana di Oliver Hardy nelle comiche di Stanlio e Ollio, dopo Alberto Sordi. Doppiò anche Stanlio.

In tutto diede la voce a 33 personaggi del cinema e ad uno dei cartoni animarti, ovvero il Dottor No in “Carletto il principe dei mostri”.

E’ stato protagonista in molti film che hanno fatto la storia del cinema italiano: “Miseria e Nobiltà”, “Porca miseria”, “Bellezze in bicicletta”, “Diabolik”, “Il camorrista” e “Il commesso viaggiatore”.

Negli ultimi periodi di attività si fece apprezzare dal grande pubblico per la parte del suocero di Aldo, Giovanni e Giacomo nel film “Tre uomini e una gamba”, nella serie Tv “Capri” e nella soap opera napoletana “Un posto al sole”, nel ruolo del padre di Giulia Poggi (Marina Tagliaferri).  

 Fabio Buffa

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