Tra pochi giorni ci sarà il 103° anniversario della sua nascita e, nei giorni scorsi, c’è stata la ricorrenza degli 80 anni dalla sua morte.
Parliamo di Salvo Rosario Antonio D’Acquisto, il vice brigadiere dei Carabinieri morto fucilato dai soldati tedeschi il 23 settembre 1943, due settimane dopo la proclamazione dell’armistizio da parte di Pietro Badoglio.
D’Acquisto è stato uno degli eroi napoletanji del XX secolo, avendo sacrificato la propria vita per salvare ventidue persone. Salvo nacque a Napoli, il 17 ottobre 1920, nella clinica Villa Alba, al rione Antignano. Nel 1939 si arruola nei Carabinieri, per venire tarsferito a Tripoli, quando L’Italia, temendo che la Francia potesse ulteriormente espandersi dall’Algeria verso il Marocco, creando un vasto impero coloniale sulle sponde del Mediterraneo, predispose i primi piani di invasione della Libia ottomana.. Nel 1942 torna in Italia, precisamente nella Scuola allievi di Firenze, poi viene mandato a Roma.
Dopo l’ 8 settembre 1943 un reparto delle SS tedesche si insedia nella stazione romana di Torre in Pietra, poi occupa la caserma della Fiannza, vicina a quella zona. In quel presidio militare, i soldati germanici rovistano in una cassa abbandonata, dove si trovavano bombe e munizioni; all’improvviso un ordigno esplode, uccidendo un militare e ferendone altri. Le SS pensano (o fanno finta di pensare) che quell’esplosione fosse un attentato degli abitanti della zona, e decidono una rappresaglia, catturando ventidue innocenti civili di Torre in Pietra. I militari dicono di essere convinti che tra loro ci fosse il colpevole dell’attentato. Nel frattempo chiedono la collaborazione dei Carabinieri per scovare il presunto esecutore dell’attentato.
In quel momento Salvo D’Acquisto era il responsabile della caserma, fece lui stesso delle indagini, ma era chiaro che non vi fosse alcun attentato, che l’esplosione fosse avvenuta casualmente, per colpa del rovistare senza attenzione da parte degli invasori tedeschi.
I militari delle SS non ne vollero sapere di accettare la versione del carabiniere napoletano e riferirono che, se non fosse uscito il colpevole tra quei ventidue, li avrebbero uccisi tutti.
Ordinarono ai prigionieri civili di scavare una grossa buca per i loro stessi cadaveri. D’Acquisto nel frattempo viene picchiato dalle SS, ma lui rimane integerrimo nella propria versione dei fatti. Capendo che i germanici avrebbero ammazzato i ventidue del rastrellamento, Salvo decide eroicamente di autoaccusarsi dell’attentato: viene fucilato, salvando così la vita ai civili.
Al Carabiniere la Chiesa ha conferito il titolo di Servo di Dio. Fu poi insignito della Medaglia d’oro al valor Militare e l’Italia è piena di vie, piazze, scuole e caserme, intitolate all’eroe napoletano.
La sua salma riposa nella prima cappella di sinistra della Basilica di Santa Chiara di Napoli.
Fabio Buffa
