“Bisogna riflettere attentamente su quello che sta accadendo da decenni nel nostro paese, fermiamoci un secondo tutti e ragioniamo insieme. La politica ha urgenza di riconquistare la propria rispettabilità e nobiltà morale. Affermazione che trova risposta dai comportamenti poco professionali e dalla poca cultura in determinati ambiti dei politici, contemporaneamente, dal sentimento e la poca partecipazione alla vita politica dei cittadini”.
È quanto si legge in una nota, a firma del consigliere comunale Rosario Palumbo.
“In quanti si sentono scoraggiati ed abbandonano le urne? Forse se non fossi così estremamente innamorato della politica, quella onesta e leale, proverei anche io un sentimento così fortemente negativo, anche io come padre, marito, lavoratore, volontario della mia città, resterei deluso, come lo sono, da buona parte dell’attuale classe politica (non tutti sono cattivi o affaristi ve lo posso garantire).
Non ne faccio una colpa di destra o sinistra, do la colpa alla “mancata offerta”, credo fortemente che ci sia bisogno di superare questa fase di stallo che dura da anni attraverso il rafforzamento di una proposta credibile fatta da persone credibili, perbene e preparate, non basta essere solo “bravi ragazzi” ma anche “ragazzi di cultura”, aggiunge Palumbo.
Secondo il giovane consigliere comunale: “si deve lavorare affinché si possa ideare un’area di centro che metta insieme quelle professionalità politiche utili al nostro paese. Non voglio rimarcare il passato (non c’ero), né valorizzare la mia base culturale da cristiano e democratico, lo dico perché non sono mai stato tesserato ad un partito.
Come può un intero sistema politico che dovrebbe rappresentare tutti lasciare da parte quella componente di popolo moderata che manifesta insistentemente il proprio dissenso?”.
“Non basta la corrente di un partito o di una colazione, sento dire “i centristi sono ovunque”, può essere, come può essere che forse sono ovunque perché non hanno una casa a cui far ritorno. Inoltre – continua Palumbo – in contrapposizione sento dire che l’Italia è un paese di destra, altre ancora che è un paese di sinistra, questo per la volubilità del popolo, cosa per me non vera ma soprattutto da non colpevolizzare. Il cittadino, il padre, la madre, lo studente, il disoccupato, il lavoratore autonomo, l’imprenditrice, cambia idea nella speranza di “votare il meno peggio” in quella tornata elettorale. Ma diciamola tutta: ogni volta rimane inesorabilmente deluso per la non attuazione di ciò che viene promesso in campagna elettorale, dalla mancanza di quelle riforme importanti ed essenziali per il nostro paese”.
“Una componente di delusione è attribuita – conclude Palumbo – , proprio dalla mancanza di una rappresentanza popolare e professionale. Per me l’Italia non è un paese di destra o sinistra ma centrista. Tralasciando però il mio personale pensiero, sorge il dovere di offrire a questo paese una possibilità di scelta concreta, non parlo di alternative, non amo particolarmente questo termine, parlo di una proposta realizzabile, fatta di educazione, rispetto dei ruoli e degli avversari, fatta di diplomazia, no di urla in TV e nei luoghi istituzionali, basta gossip, basta populismo, basta teatrini. Diventa tutto più vero quando noti che la parola “territorio” sparisce dalle agende politiche, diventa tutto tristemente reale quando chi senza gavetta o esperienza si ritrova per sua fortuna ad essere parlamentare o ministro.
Indiscutibilmente resta concreto il fatto che per realizzare quello di cui penso ci sia bisogno non debba mancare un impegno sostanziale da chi ha voluto fare della politica, non un semplice lavoro, ma una scelta di vita. La mia forse è mera illusione, fantasia, un sogno difficile da realizzare, ma come dice mia moglie: sono uno di quegli uomini disposti a mettere in gioco il tutto per tutto per donare ai figli un futuro migliore, in queste parole ho sempre trovato conforto e forza nonostante le difficoltà, perché il nostro impegno non deve essere rivolto al singolo ma ai figli di tutti, un principio che deve porci un dovere così nobile da diventare un ideale”.
