Seconda ed emozionante tappa del progetto “FA RETE – sociale e legalità”, promosso dall’associazione “La Squadra di Santo”, presso l’istituto comprensivo “Pascoli II Caro Berlingieri”, a Secondigliano, nel ricordo di Lino Apicella, l’agente scelto della Polizia di Stato del commissariato Secondigliano ucciso il 29 aprile 2020, a calata Capodichino, mentre tentava di impedire la fuga di tre malviventi che poco prima avevano tentato di svaligiare un bancomat.
A scandire l’incontro, tenutosi presso la sede centrale “Marta Russo”, nel Rione dei Fiori, le testimonianze dei familiari del poliziotto che, sollecitati dalle domande degli studenti, hanno tracciato il profilo di Lino, evidenziando la sua vocazione per la legalità, sin da giovanissimo.










Sullo sfondo dell’aula che ha ospitato la manifestazione, i cartelloni dedicati all’agente, una sua sagoma, le letterine scritte dai ragazzi, i quali hanno raccolto le proprie riflessioni, frutto del lavoro elaborato grazie al supporto dei docenti, in una poesia particolarmente significativa.
A rappresentare l’associazione promotrice dell’iniziativa, Giovanni Ganna e Giampaolo Mattei, che hanno voluto affidare ai parenti più stretti di Lino il secondo momento del progetto.
«Nel ricordare un giovane poliziotto morto nell’adempimento del proprio dovere – afferma la dirigente scolastica Monica Marasco – proponiamo ai ragazzi una figura simbolo di legalità, perché da questo territorio parta un messaggio positivo nonostante le difficoltà oggettive e il dolore che la tragedia ha arrecato».
Delle origini secondiglianesi di Lino Apicella parla il papà Gennaro, rivolgendosi agli alunni: «Ovunque siamo andati, abbiamo sempre detto di essere di Secondigliano». E ancora: «Non dobbiamo vergognarci di essere delle brave persone. È sempre un onore far parte di una brava famiglia che ci insegna sani principi. Mio figlio si lasciava sempre scivolare il male da dosso e aveva come esempio di vita Giovanni Falcone».
Luisa, la sorella di Lino, ha ricordato di aver vissuto il percorso dell’adolescenza, proprio insieme al fratello, improntando questa fase della propria vita secondo i valori impartiti dalla famiglia.
«Lino non è stato un eroe soltanto per la nostra famiglia ma anche per tanti altri ragazzi». Non trattiene l’emozione Giuliana Ghidotti, che dopo aver perso il marito, ha deciso di indossare la sua stessa divisa.
Una passione che lo aveva condotto a servire lo Stato nella sua terra, convinto – dice ancora Giuliana – «che voi ragazzi siete un’opportunità di essere salvezza in una zona difficile».
Una divisa quella portata dalla vedova Apicella che – ricorda – significa protezione e sicurezza, non un nemico, così come un’etichettatura di alcuni quartieri vuol far sembrare.
«Credere nei valori della giustizia, della legalità, del bene ti fanno dormire serena, perché ti rendono libera e sai di poter dare un contributo alla collettività».
Porta il saluto del presidente della Municipalità 7, Antonio Troiano, il suo vice Giuseppe Grazioso, presente all’iniziativa con i consiglieri Mancini e Piscopo: «Lino ha dimostrato di essere un simbolo di sacrificio e legalità e vive attraverso la memoria dei suoi cari e di manifestazioni come queste, non ultima l’intitolazione di una stanza per donne vittime di violenza al commissariato Secondigliano».
L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al prezioso lavoro delle docenti referenti per la legalità, Edy Bellatalla e Maria Sola.
Presenti in sala anche il comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo Luigi Di Pastena e il maggiore Maurizio Guerra, alla guida dell’unità operativa Secondigliano della polizia municipale.
Insieme ai rappresentanti delle istituzioni, alla dirigente scolastica, docenti e studenti, hanno concluso la mattinata cantando l’inno della legalità della scuola.
