E’ senza dubbio una delle figure più importanti della cultura italiana del secolo scorso, con la sua intensa attività in campo teatrale e cinematografico, come regista e autore di commedie, autore di libri e di sceneggiature di successo.
Giuseppe (Peppino) Patroni Griffi nacque a Napoli il 27 febbraio 1921, dal Barone Felice Patroni Griffi di Faivano e Zenobia Priante, sposata in seconde nozze. Ancora ragazzino, Peppino rimane orfano del padre, lui e la sorella, Veneranda, vedevano la madre disperata, sempre in lacrime, per la morte del consorte. La loro non fu un’infanzia felice anche perchè dal punto di vista economico sussistevano difficoltà. Ciò però non intiepidì la grande curiosità e la voglia di sapere e di imparare di Peppino Patroni Griffi, capace di intraprendere letture importanti per la propria crescita. Iniziò a frequentare intellettuali, persone di cultura e d’arte, si formò al liceo classico Umbertio I nel quartiere Chiaia; qui conobbe Maurizio Barendson, diventato poi un grande giornalista sportivo, Francesco Compagna, uomo politico che fu nominato Ministro, Raffaele La Capria, scrittore e sceneggiatore e il grande regista Franco Rosi.
Quei compagni di scuola divennero un gruppo molto produttivo e vivace dal punto di vista delle esperienze intellettuali.
Patroni Griffi si iscrive all’Università Federico II di Napoli, diventa giornalista, di carta stampata e radiofonico e comprende quelle che sono le dinamiche più opportune per farsi strada nel mondo della comunicazione.
Dopo la seconda guerra mondiale va a Roma, dove collabora con l’Eiar e per la rivista “Sud”.
Scrive racconti, che diventaranno la raccolta “Ragazzo di Trastevere”, uscita nel 1955; i suoi sono lavori letterali di ispirazione neorealista. Fu un anticonformista e uno spirito legato al forte senso di libertà intellettuale, questo lo dimostrò con il libro “Gli occhi giovani”, dove si intrecciano prostituzione, pedofilia, omosessualità, voglia di vivere e, al tempo stesso, demotivazione rispetto ad una vita randagia, da parte di un sottoproletariato che quasi mai aveva goduto dell’interesse di intellettuali del calibro di Peppino Patroni Griffi. Il quale fu bravo a descrivere il sapore acre e violento dell’emarginazione.
Come drammaturgo, Patroni Griffi esordisce con “Il mio cuore è nel Sud”, un’opera radiofonica del 1952, per passarte al teatro con “D’amore si muore” del 1958, “Anima nera” e “In memoria di una signora amica”.
Nel 1962 ci fu il suo esordio come regista del grande schermo con “Il mare”, con Umberto Orsini e Francoise Prevost; cinque anni dopo è la volta del film “Metti una sera a cena”, per passare poi a “Identikit”.
In totale sarà regista di dieci film, sceneggiatore di undici pellicole, ha prodotto nove opere tearali scrivendo otto romanzi.
Ha diretto cinquantasette opere di lirica e prosa, tra cui “Napoli notte e giorno”, “Così fan tutte”, “L’avaro”, “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Napoli milionaria”.
Ha vinto un premio Flaiano per il teatro e un premio alla regia.
Giuseppe Patroni Griffi morì a Roma il 15 dicembre 2015.
Fabio Buffa
