“Campo Aperto”: coltivare speranza e opportunità al carcere di Secondigliano

Il progetto di agricoltura sociale “Campo Aperto“, portato avanti dalla cooperativa “L’uomo e il legno”, è un’esperienza che va oltre la semplice coltivazione di frutta e verdura. È un’opportunità per i detenuti e gli esperti del settore di lavorare insieme nell’area predisposta del carcere di Secondigliano, creando un legame unico tra la comunità carceraria e l’ambiente agricolo.

L’attività della cooperativa si concentra sulla coltivazione di funghi, finocchi, cavoli e molti altri prodotti agricoli. Risultati cge non sono solo il frutto di un intenso lavoro e programmazione, ma anche della passione e della dedizione di coloro che partecipano al progetto. Ogni giorno, i detenuti e gli esperti lavorano fianco a fianco, imparando gli uni dagli altri e condividendo le proprie competenze nel settore agricolo.

Ma l’agricoltura sociale va oltre la semplice produzione di cibo. È un’esperienza di vita che offre formazione, orientamento, socializzazione e crescita personale. In particolare, per i giovani che hanno bisogno di scoprire la fiducia in se stessi, l’agricoltura sociale offre un ambiente sicuro in cui possono esplorare nuove opportunità e sentirsi responsabilizzati. Vedere i risultati del proprio lavoro e entusiasmarsi per i risultati raggiunti è, infatti, un’esperienza gratificante che aiuta i giovani a sviluppare una visione positiva di se stessi e delle proprie capacità.

Inoltre, il progetto mette in evidenza l’importanza dell’ambiente e della sostenibilità. Attraverso l’agricoltura sociale, si promuovono pratiche agricole rispettose dell’ambiente e sosteniamo la biodiversità. In questo modo, si contribuisce alla tutela dell’ecosistema e alla salvaguardia delle risorse naturali.

Ma l’agricoltura sociale non è solo un progetto che beneficia i detenuti e i giovani in cerca di opportunità. È un’iniziativa che coinvolge l’intera comunità. Ogni volta che acquistiamo i prodotti coltivati nel campo aperto, stiamo sostenendo un progetto che promuove l’inclusione sociale e la riabilitazione.

L’agricoltura diventa così strumento di inclusione sociale e di crescita personale. Grazie all’impegno dei detenuti e degli esperti, si crea un ambiente in cui tutti possono imparare, crescere e contribuire alla comunità.

In conclusione, oltre ai prodotto della terra, si coltivano fiducia e speranza, vale a dire opportunità.

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