“CAPO DE CHIO”: è questo il nome che è stato dato alla struttura che sta diventando una casa per studenti e per chiunque decida di alloggiare per visitare Napoli, partendo da Calata Capodichino. Il progetto è curato da Raffaele Pollastro, noto come Ralph Pollastro, un performer intrattenitore, laureato in Scienze Politiche e amante dei viaggi e delle culture straniere: proprio a tal proposito, ha pensato di ridare nuova vita ad una casa situata nel cosiddetto “Palazzo dei Francesi”, unendo la storica struttura alle nuove esigenze che vedono Napoli in testa tra le città più visitate negli ultimi tempi.
“CAPO DE CHIO è l’antico nome di Capodichino e significa proprio sommità del monte, essendo la strada in salita. La casa si trova all’interno dello storico Palazzo dei Francesi: un palazzo di 100 anni, che ospitava l’esercito francese durante la Seconda Guerra Mondiale. Si racconta che da queste mura siano nati amori tra i marocchini e le italiane, da cui furono create le strofe del canto popolare la “Tammurriata Nera”. Mi auguro di poter aiutare molti studenti a trovare alloggio, in uno scenario di una città diventata ormai un grande B&B” spiega Pollastro ed in particolare l’idea nasce da una sua esperienza diretta come viaggiatore: “Ho capito quanto fosse importante avere un tetto quando ero fuori dal mio Paese e non sapevo dove andare a dormire. Quante notti in ostello, quante persone ho incontrato e con cui a volte mi fermavo a parlare ed ognuno era in cerca di una casa, ma nel frattempo, mentre si trovava la soluzione giusta, ci si parcheggiava ovunque. Ospitare persone significa dare tranquillità, un po’ come nel mio lavoro da artista…dove credo che intrattenere il pubblico, significa, distrarli, motivarli, lasciargli un’esperienza”.
Attualmente il progetto è in fase embrionale, ma la casa sta già prendendo vita grazie al lavoro e all’impegno di Ralph: “Ho investito tanto tempo e risparmi per poter sistemare al meglio la piccola struttura. Tutt’ora sto dipingendo i quadri da appendere e acquistando, pian piano, gli elettrodomestici per dare comfort a chi alloggerà. Le fasi sono state tante e di sicuro porto ancora i segni delle notti insonne a disegnare, pensare, scegliere i mobili, disegnarmi il logo, selezionare gli strumenti da usare. L’ultimo anno l’ho passato privandomi di tante cose per poter dare forza a questo progetto e spero che possa davvero essere funzionale”.
La voglia di mettere in campo questo progetto a Napoli, dopo aver girato tanto, fa percepire il desiderio di voler costruire qualcosa di concreto nel luogo dove il 36enne è nato e cresciuto, volendo lanciare anche un segno di apertura alla multiculturalità: “Il mio quartiere è stato storicamente un luogo di frontiera. Luoghi molto popolari e anche poveri. Le cose stanno cambiando, siccome la città si sviluppa, ma credo che possa migliorare ancora di più, investendo in questo. Negli anni mi sono impegnato molto per il mio quartiere: sono stato Capo Scout nel gruppo Napoli, ho partecipato gratuitamente come artista in alcune feste rionali, sono stato un candidato alla Municipalità, ho partecipato alle pulizie di piazza Ottocalli e, durante il periodo del Covid, ho aiutato il parroco della parrocchia “San Giovanni e Paolo” a fare le dirette per i fedeli. Tra le tante zone che ci sono in Europa, che conosco, dove avrei potuto far partire il progetto, ho scelto ancora una volta la città di Napoli e nello specifico, un quartiere di cui non sono nativo, ma che conosco, ovvero Capodichino. Spero che venga apprezzato e spero che la gente capisca, che accogliendo la multiculturalità, un territorio può solo crescere”.
Si tratta quindi di un lancio di un progetto partito da zero e costruito, passo dopo passo, dall’artista napoletano che incentiva anche altri ad intraprendere la sua strada, ovvero sognare di poter realizzare qualcosa di bello nella propria città: “Per ora posso ritenermi soddisfatto di aver concretizzato un progetto a cui pensavo da anni. Ai più giovani mi sento di dire che bisogna sognare tanto. Dal sogno nasce un percorso di vita: il sogno si trasforma in progetto, il progetto si porta avanti con sacrificio e naturalmente il sacrificio, porta i risultati. Nessuno ci regala nulla, anzi siamo sempre più vulnerabili alla piccola distrazione, che ti penalizza. Basta un documento fatto male o non fatto, per ricevere una multa salata, ad esempio. In questo scenario crudo che sto disegnando però vedo che le persone volenterose, che si rimboccano le maniche, riescono a fare carriera, vanno avanti, fanno la differenza. È inutile cercare di seguire i famosi “posti fissi”, perché oggi abbiamo la possibilità di fare molto di più, possiamo davvero cercare di svolgere la vita che sogniamo, ma bisogna impegnarsi”.
Sara Finamore
