I bioritratti: Antonio Petito, il Re dei Pulcinella

Era considerato “Il Re dei Pulcinetta” perchè sapeva interpretare la maschera più popolare di Napoli in modo talmente istrionico da impressionare il pubblico come nessuno mai.

Antonio Petito, istrionico, lo era per davvero, anche nella vita lontano dal palco: era figlio d’arte, perchè il padre, Salvatore, a sua volta indossò i panni di Pulcinella con maestria, la madre, Maria Giuseppa Errico, era ballerina e attrice, poi divenne la manager della compagnia teatrale di famiglia. Antonio Petito nacque a Napoli il 29 giugno 1822, crebbe nel quartiere Vicaria e gran parte degli spettacoli, nelle vesti dela popolare maschera, li tenne al teatro San Carlino, una struttura demolita nel 1884, che si trovava nel quartiere di San Giuseppe Maggiore e che vide tra il pubblico anche Ferdinando IV di Borbone. Lo stesso Petito si esibì anche davanti a Vittorio Emanuele II, la leggenda narra che, davanti ai regnanti, le sue furono interpretazioni di Pulcinella che ad un tratto diventarono irriverenti verso il potere.

Petito debuttò a nove anni, nell’opera “Giovanni della vigna”, a dodici anni entra nel ruolo del “mamo”, ovvero quella parte del giovane timido e ingenuo che, goffamente, vuole sembrare scaltro.

A diciotto anni debutta nella compagnia di Crescenziano Palombo, per passare sotto a Pietro Martini.

Antonio Petito era divertente e irriverente, nella vita privata godeva fare scherzi a parenti e conoscenti, come quella volta che murò l’ingresso di casa di un amico.

Veniva chiamato “Totonno ‘o pazzo”.

Al San Carlino debuttò a ventotto anni, con l’opera “Avviso ai mariti”, nel mentre fu chiamto a sostituire il padre nel ruolo di Pulcinella, proprio nel teatro di San Giuseppe Maggiore; fu la consacrazione di un nuovo Pulcinella, furbo, scaltro, con una vera propensione ad incarnare l’autentico spirito del popolo.

Petito morì in scena a cinquataquattro anni, il 24 maggio 1876, per un’emorragia cerebrale, mentre recitava un’opera di di Gioachino Marulli, proprio nel suo teatro San Carlino.   

Fabio Buffa

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