Salvatore Testa: «Con la poesia racconto Secondigliano tra degrado quotidiano e slanci culturali»

Nel cuore di un quartiere segnato dal degrado e dalle difficoltà quotidiane, la speranza di riscatto non può prescindere dal passare attraverso la cultura. Ne è convinto Salvatore Testa, giornalista, scrittore, presidente del Self (Secondigliano libro festival) che “Nel mio paese”, libro disponibile su Amazon (Self Edizioni), con ironia e profondità, racconta storie di affetti personali, rapporti familiari e amicizie, portando alla luce le emozioni e le sfaccettature di un quartiere spesso dimenticato.

La poesia è un modo diverso di raccontarsi e raccontare il mondo circostante. Testa utilizza questo linguaggio per esprimere emozioni, sentimenti, personaggi e situazioni che potrebbero sembrare normali, ma che vengono messe alla berlina attraverso l’ironia. Una forma di narrazione che all’autore di mettere in evidenza le contraddizioni e le mancanze della società, spingendo le persone a riflettere sulla propria condotta.

Attraverso le sue poesie, Testa si addentra nell’intimità dei rapporti familiari, esplorando le dinamiche complesse che caratterizzano queste relazioni. La sua sensibilità gli permette di catturare i momenti di amore, di conflitto e di crescita all’interno di una famiglia, offrendo al lettore uno sguardo privilegiato su questi legami fondamentali. Inoltre, Testa sottolinea l’importanza dell’amicizia, un sentimento raro e prezioso che merita di essere coltivato e preservato.

Testa ha fondato proprio a Secondigliano, insieme ad un gruppo di amici, tra cui docenti di scuole del territorio, “Self”, associazione culturale che si è proposta di favorire la diffusione della lettura tra gli studenti attraverso laboratori e incontri con gli autori, fino a coinvolgere circa 200 ragazzi ogni anno, oltre a mostre fotografiche, concerti di Natale.

Un’avventura, iniziata quasi per gioco, che ha arricchito non solo la vita di coloro che vi hanno partecipato, ma ha anche influenzato altre comunità e scuole che hanno adottato il loro metodo di lavoro. Nonostante la mancanza di sostegno finanziario pubblico, il loro impegno e la loro passione li hanno condotti a nuovi orizzonti. Anche durante la pandemia, i soci del “self” hanno trovato il modo di continuare a condividere storie ed esperienze attraverso libri e racconti che hanno documentato il vissuto degli studenti, dei docenti e dei presidi nel difficile periodo di isolamento, coinvolgendo realtà scolastiche anche del Nord Italia.

Da Testa non manca una stoccata alle istituzioni: «In passato accanto a noi c’era sempre il Comune di Napoli con il suo sindaco e le assessore ai giovani e all’istruzione. Raramente abbiamo avuto il piacere di avere i vertici della Municipalità e mai abbiamo visto uno dei trenta consiglieri o uno degli assessori».

Oggi “Self” è momentaneamente fermo ma pronto presto a decollare di nuovo: «L’unica struttura utilizzabile per gli incontri, il teatro della parrocchia Sacri Cuori, dicono che sia inagibile, il Centro giovanile Pertini non è  adatto, la biblioteca Dorso non ha sale capaci di accogliere 200 ragazzi».

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