Oltre le sbarre, redenzione e speranza in “Nati pre – giudicati”

“Invece dei soldi, della bella vita, hai mai considerato me, cosa volevo io?” queste le parole prorompenti pronunciate da una delle due giovani protagoniste al padre detenuto che aprono il film “Nati pre-giudicati”, presentato questa mattina in anteprima nazionale presso il Penitenziario di Secondigliano “P. Mandato”.
Il film, diretto da Stefano Cerbone, ha visto la partecipazione alla sceneggiatura e ad alcune scene della pellicola dei detenuti del reparto di Alta Sicurezza. Tra gli attori del cast Gigi Savoia, Gianni Parisi, Gianluca Di Gennaro, Carmine Paternoster, Marina Suma, oltre alla partecipazione del deputato Gaetano Amato.
Il regista spiega che la proiezione in carcere nasce da una sua promessa ai detenuti con l’intento di dare a tutti uno spunto di riflessione: “Essere tutti qui giornalisti, istituzioni, personalità rilevanti e detenuti, tutti in un’unica sala per vedere il film è un momento di assoluta democrazia ed è questo il messaggio che vorrei che passasse: un tessuto sociale unito che possa dare speranza per un futuro migliore”.
La storia racconta l’amicizia di due ragazzine, Janet e Marinella, figlie di due boss della camorra di famiglie rivali, che nel corso degli anni vengono separate da una faida tra i due clan e ne pagano le conseguenze: un racconto intenso, profondo e veritiero.
Alla proiezione è seguito un dibattito, moderato dal giornalista Claudio Ciotola, che ha visto gli interventi, oltre che delle istituzioni presenti, anche dei detenuti in sala.
La direttrice del penitenziario, Giulia Russo, ha raccontato in particolare del grande sforzo educativo che ogni giorno viene perpetrato da tutti gli addetti ai lavori che contribuiscono a rendere la pena carceraria realmente riabilitante: “Per la prima volta, qui a Secondigliano, l’università è entrata in carcere ed è questa la novità rispetto ad altri istituti di pena: i detenuti frequentano le lezioni all’interno delle mura della casa circondariale, ci sono circa 80 iscritti e già più di 5 laureati in diverse discipline tra cui Giurisprudenza, Scienze Politiche, Scienze Erboristiche e in tutto ci sono 9 dipartimenti grazie all’Università “Federico II”.

Inoltre, grazie all’APS P.E.R. SUD, sono organizzati dei corsi di recitazione e da qui nasce anche l’idea di poter collaborare con i detenuti alla realizzazione del film, grazie al regista Cerbone per l’opportunità e per aver descritto in modo non paternalistico, non polemico e non volgare la realtà di chi vive dietro le sbarre e per aver raccontato un pezzo di storia del territorio”.
Presente all’evento l’ex Procuratore nazionale Antimafia e deputato Federico Cafiero De Raho che, alla fine della proiezione, ha riassunto il cuore del film, ovvero l’importanza degli affetti per ognuno, rapportandolo alla sua carriera professionale e a quanto ha vissuto nel suo lavoro in prima persona: “Questa storia ci fa capire che nella vita, ciò che conta, sono gli affetti, l’amore per i figli e per la famiglia. Questo film è la fotografia di ciò che accade proprio qui dentro e ciò che accade quando si fanno affari con la camorra, con la mafia, con la droga: si ottiene un successo economico, se così si può definire, che si scontra sempre con il carcere e la morte. Da magistrato ho solo visto camorristi morti o incarcerati a vita: ho letto le lettere, che dovevo filtrare, scritte dal boss Schiavone, detenuto al 41-bis, indirizzate a sua moglie e alle figlie dove scriveva che se avesse conosciuto prima il suo destino si sarebbe allontanato da quanto stava facendo perché, lontano dagli affetti, si muore. Il ripensamento di quanto commesso e il voler tornare alla famiglia sono quanto di più importante il carcere può dare. La famiglia, gli affetti sono la vera ricchezza e il patrimonio più grande e soprattutto la libertà è il primo diritto, tutelato dalla nostra Costituzione, a cui è impossibile voler rinunciare”.
L’onorevole Gaetano Amato invece ha raccontato della sua carriera da attore che si è unita a quella da deputato, sottolineando il suo impegno personale nell’ambiente del carcere: “Ho avuto sempre modo di conoscere, attraverso varie esperienze con le associazioni, la realtà carceraria: in questo film viene riportata in maniera veritiera e con naturalezza e sono stato contento di aver aiutato il regista nel suo sogno di voler raccontare sinceramente quanto accade prima e dopo le sbarre. La pena dei detenuti è già scontata in cella, la società non dovrebbe anche aggravarla al di fuori con tutti i pregiudizi e ciò che ne consegue”.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, sotto scorta per le sue denunce contro la camorra e l’illegalità diffusa, invece ha sottolineato l’importanza della rieducazione in carcere e di dare un’opportunità a chi si trova in questa condizione: “Anche la persona più feroce, più cattiva, può decidere di cambiare, se sceglie di voler intraprendere un percorso riabilitante e se soprattutto crede in prima persona nella possibilità di reinserimento all’interno della società”.
Il garante dei detenuti del Comune di Napoli e prete anticamorra don Tonino Palmese ha toccato il tema dell’impegno istituzionale e dei singoli per poter cambiare le cose: “Il Vangelo e la Costituzione potremmo dire che si incontrano su questo tema. Entrambi puntano al superamento degli ostacoli e a dare dignità: vogliamo dire che le istituzioni non devono gettare la spugna nel continuare a dare nuove opportunità ai detenuti, ma che anche i detenuti devono continuare a credere e ad impegnarsi nel proseguire sulla strada della rieducazione”.
Gennaro Panzuto, ex detenuto e collaboratore di giustizia, oggi tiktoker con una nuova vita ha recitato all’interno del film e ha raccontato il suo cambiamento di vita: “Sono l’esempio che si può superare il carcere e avere una nuova vita. Questo cambiamento mi gratifica come persona e come padre. Ai detenuti voglio dire così come siete stati terreno fertile del vostro fallimento, siate terreno fertile per il vostro cambiamento”.
Presenti alla proiezione anche il presidente della Municipalità 7 Antonio Troiano, che a Periferiamonews spiega: “Una giornata sociale nel rispetto dei diritti dei detenuti. Un film che al di là del valore artistico ha saputo creare sinergia tra tutti gli attori di questa battaglia civile, detenuti in primis, sistema penitenziario, magistratura, politica nazionale e territoriale, associazioni e cittadini. Tutti insieme con un unico obiettivo: garantire a tutti, in questo caso ai detenuti, il diritto di vivere dignitosamente e di garantire penitenziari che possano svolgere la funzione di recupero e reintegro di chi ha sbagliato ma vuole ritornare a vivere con un futuro migliore”. Con Troiano anche il suo vice Giuseppe Grazioso.
A seguito degli interventi delle istituzioni, è stata data la parola ad alcuni detenuti. Di seguito alcune testimonianze:
“Il valore dello Stato è dato dal valore dei cittadini come diceva John Stuart Mill e siccome il nostro Stato ha dato prova di valere molto, sarebbe necessario che per dare ancora più valore ai suoi cittadini si investa sul loro sviluppo intellettuale: questo film speriamo che possa essere uno spunto di riflessione”
“Vedo i miei figli una volta al mese e li sento telefonicamente una/due volte al mese. Lo strappo con la famiglia è forte e fa male: dico sempre ai miei figli di studiare e di fare bene andando oltre il mio cattivo esempio, io ci credo davvero nella possibilità di reinserimento uscito da qui, ma questa società è pronta per andare oltre il reato e a guardare me per il percorso fatto in questi anni?”.

La colonna sonora è di Mr.Hyde, artista presente alla proiezione.
“Nati pre-giudicati” è patrocinato dal Comune di Napoli e sarà disponibile nelle sale dal 16 maggio.

Sara Finamore

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