Al pari del Principe De Curtis, si definisce “un operaio dello spettacolo”, con quella capacità quell’indole certosina di puntare sempre all’evoluzione, al cambiamento, artistico e personale, sempre al servizio del pubblico.
In questi giorni Massimo Ranieri ha compiuto 73 anni e in questo 2024, per lui, cadono i sessant’anni dal primo disco (era il 1964 e lui ne aveva 13, si faceva chiamare Gianni Rock), i cinquantacinque anni dal primo vero successo (“Rose rosse”diventata popolarissima dopo averla cantata a “Senza Rete” nel 1969) e i cinquant’anni dalla realizzazione dello spettacolo musicale “Napulammore”.
Massimo Ranieri, all’anagrafe Giovanni Calone, nasce a Napoli il 3 maggio 1951, è quinto di otto figli e la sua è una famiglia modesta, che vive in un piccolo alloggio all’ultimo piano di uno stabile a Pallonetto di Santa Lucia. Soldi in casa ce n’erano pochi, così a sette anni si arrangiava a svolgere i più svariati lavori, come il barista, il vinaiolo e il fruttivendolo. Dopo i primi passi nel mondo della musica, “la mia prima esibizione davanti ad un pubblico fu a otto anni, al compleanno di mio cugino”, nel 1968 ha la grande occasione di emergere: partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Da bambino”, cantato in coppia con i Giganti; l’anno dopo propone, “Quando l’amore diventa poesia”, in coppia con Orietta Berti. “Sostanzialmente furono due canzoni che non ebbero la popolarità sperata”, confidò Massimo Ranieri a Domenica In nel 2020; poi Giancarlo Bigazzi ed Enrico Polito gli scrivono “Rose Rosse”, una brano che viene subito inciso sul disco di prova, in lacca, e distribuito un po’ dappertutto, ma senza a decollare. Ranieri pensa che sia meglio rassegnarsi ad una notorietà legata ai due Festival senremesi, pensa che sia stato un bel sogno, ma è giunto il momento di tornare a Napoli a fare il barista. Invece, nell’estate 1969, è ospite a “Senza Rete” la trasmissione che si teneva nell’Auditotium di Napoli. Il programma Tv andava in onda il sabato, lui propose “Rose rosse” e il lunedì erano già state prenotate 170 mila copie alla casa discografica CGD, copie che arriveranno ad un milione e ottocentomila, relativamente al 45 giri che conteneva anche il brano “Piangi piangi ragazzo”.
Inizia così la carriera inarrestabile di Massimo Ranieri che, dopo il film “La più bella coppia del mondo”, del 1968, nel 1970 recita in “Metello”, al fianco di Lucia Bosè e Ottavia Piccolo.
Massimo reciterà con attori e attrici che sono entrati nell’Olimpo del grande schermo: Anna Magnani, Gigi Proietti, Kirk Douglas, Mariangela Melato, Valentina Cortese e Enrico Maria Salerno, passando dal genere drammatico, come in “Salvo d’Acquisto”, ai film più leggeri, come “La patata bollente”, con una disinvoltura unica.
Oltre alle numerose canzoni intrepretate (e ai relativi album incisi), tra cui “Ti penso”, “Vent’anni”, “La vestaglia”, “Se bruciasse la città” e “Erba di casa mia”, Massimo Ranieri ha recitato in trentasei film per il cinema, ventotto sceneggiati per la Tv, quattro esperienze da doppiatore e oltre quaranta opere teatrali.
Ha partecipato a sei edizioni del Festival di Sanremo, vincendo nel 1988 con “Perdere l’amore”, poi è arrivato primo a Canzonissima del 1970 e del ’72, con due partecipazioni anche al Cantagiro. Può vantare premi Flaiano e Donatello e altri riconoscimenti che sottolinenano l’unicità dell’artista.
Fabio Buffa
