«Siamo indignati. Il Comune di Napoli mette alla porta dipendenti comunali dopo decenni di encomiabile
servizio prestato senza il versamento di un euro di contributi previdenziali.
Per decenni i Lavoratori Socialmente Utili hanno, con serietà professionale, garantito il
funzionamento della macchina comunale e l’erogazione dei servizi ai cittadini napoletani
grazie ai trasferimenti del Fondo nazionale del Ministero del Lavoro.
Nonostante la pluridecennale collaborazione, gli stessi potranno accedere solo alla
“pensione sociale” senza vedere riconosciuti né TFR né “pensione lavorativa”.
Ma in quale Paese si vede ancora che le misure di sostegno al lavoro non accompagnano
alla pensione onesti lavoratori e tante famiglie, peraltro senza coinvolgere politica e
sindacati?
Durante la riunione di questa mattina abbiamo chiesto di sospendere l’incontro ed invitato i
lavoratori ad abbandonare l’aula presenziata dal Dirigente G. Ciancio dell’Area Risorse
Umane.
Chiediamo, con i lavoratori, trasparenza e approfondimenti attraverso un tavolo politico che
possa esprimere indirizzo nelle politiche socio-economiche, comprendere le motivazioni dei
trattamenti differenziati tra Comuni e Società partecipate pubbliche, infine, ponderare il
rischio di contenzioso in danno per il Comune di Napoli».
Lo affermano in una nota i consiglieri comunali Andreozzi, Guangi, Minopoli, Palumbo e Savastano.
