La ZES UNICA, Rosario Palumbo: «Opportunità e sfide per le imprese del Mezzogiorno»

Rosario Palumbo, presidente dell’Associazione per lo Sviluppo Sostenibile dei Territori, esprime preoccupazioni riguardo alla recente evoluzione della ZES UNICA.

La Zona Economica Speciale (ZES) UNICA è stata creata con l’intento di supportare gli investimenti delle piccole, medie e grandi imprese del Mezzogiorno. Questo strumento rappresenta una risorsa fondamentale per le imprese del Sud Italia, grazie alle agevolazioni e agli incentivi offerti in relazione agli investimenti. Tuttavia, la recente evoluzione normativa ha sollevato alcune preoccupazioni tra gli imprenditori e le associazioni di categoria.

La ZES 2024 ha introdotto importanti novità, tra cui l’ampliamento delle agevolazioni anche all’acquisto di terreni e capannoni da un “dante causa”, eliminando così il requisito iniziale della “novità”. Questo cambiamento ha permesso a molti imprenditori di investire in capannoni non nuovi e ristrutturarli, aumentando i crediti d’imposta richiesti.

Purtroppo, questa importante novità non è stata accompagnata da un adeguato aumento delle risorse stanziate dal governo, che rimangono ferme a 1.8 miliardi di euro per il 2024. Questo ha determinato un inevitabile scompenso, ridimensionando il credito previsto per ciascuna impresa. Rosario Palumbo, Presidente dell’Associazione per lo Sviluppo Sostenibile dei Territori, sottolinea la mancanza di una chiara visione e programmazione tra il governo e l’ufficio delle entrate.

“Il governo ha deciso di ampliare la sfera di utilizzo della ZES estendendo l’agevolazione anche all’acquisto di terreni e capannoni da un ‘dante causa’. In sostanza, è venuto meno un requisito iniziale della ‘novità’, permettendo l’acquisto e la ristrutturazione di capannoni non nuovi. Questo ha consentito a molti imprenditori di investire, ma senza un adeguato aumento delle risorse stanziate, si è generato un scompenso. L’ufficio delle entrate ha calcolato un credito richiesto di 9.500 miliardi di euro, determinando una percentuale effettivamente fruibile pari al 17,67%. Questo non è sufficiente per soddisfare gli imprenditori,” afferma Palumbo.

La situazione è ulteriormente complicata dal divieto di cumulo del credito d’imposta con altri incentivi, come i contratti di sviluppo, che limita l’efficacia della misura. Per le piccole imprese, il beneficio risulta essere circa del 10%, mentre per i grandi investimenti è appena il 6,8%.

“Era ampiamente prevedibile che questa situazione si sarebbe verificata. Tutti gli operatori del settore avevano preannunciato che tutto questo sarebbe potuto accadere. Il vero atto concreto sarebbe stato quello di ascoltare le associazioni e i professionisti. Ora, l’unica soluzione è che il governo aumenti sensibilmente la spesa del 2024 e trovi una regia con l’ufficio delle entrate per evitare che le aziende del Mezzogiorno rimangano nuovamente isolate e abbandonate al loro destino senza una reale opportunità,” conclude Palumbo.

L’Associazione per lo Sviluppo Sostenibile dei Territori continuerà a monitorare da vicino la situazione e a promuovere i giusti metodi di crescita sostenibile per garantire che le imprese del Mezzogiorno possano realmente beneficiare delle agevolazioni previste dalla ZES UNICA.

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