Le associazioni di Scampia, riunitesi ieri in piazza Giovanni Paolo II, hanno lanciato un grido d’allarme e denuncia contro l’inefficienza dello Stato nei giorni successivi al crollo del ballatoio nella Vela Celeste. La tragedia, avvenuta il 29 luglio 2024, ha messo in luce la cruda realtà di un quartiere abbandonato a se stesso e alla buona volontà di comitati e associazioni di base.
La nota delle associazioni non lascia spazio a dubbi: la tragedia era annunciata. Anni di incuria e mancata manutenzione hanno trasformato la Vela Celeste in una trappola mortale, al pari delle altre Vele di Scampia, la Rossa e la Gialla, anch’esse in condizioni fatiscenti. La denuncia punta il dito contro decenni di assenza e inefficienza da parte dello Stato, sottolineando come i comitati locali abbiano ripetutamente lanciato allarmi inascoltati.
Di fronte alla tragedia, è stata la popolazione stessa, insieme alle associazioni di base, a rimboccarsi le maniche per affrontare l’emergenza. L’inefficienza istituzionale ha costretto gli abitanti a diventare protagonisti della propria sopravvivenza, un fatto che le associazioni denunciano con sconcerto e rabbia. “Tanta inefficienza deve alzare il livello di allerta non solo a Scampia, tanto più in una città ad alto rischio sismico”, si legge nel comunicato.
Il documento invoca un ritorno della politica alla sua funzione primaria di guida e gestione del territorio. L’attuale situazione delle Vele è solo la punta dell’iceberg di una più ampia crisi abitativa e immobiliare che affligge Napoli. Le associazioni sottolineano come l’assenza di un piano di edilizia popolare e l’aumento esorbitante dei costi degli alloggi stiano spingendo sempre più persone verso soluzioni abitative insicure e degradanti.
Le associazioni chiedono con fermezza che il governo centrale e le istituzioni locali prendano in mano la situazione, proponendo soluzioni concrete per il grande patrimonio di case sfitte e edifici pubblici abbandonati. “E’ arrivato il momento che chi governa scelga cosa farne del grande patrimonio di case sfitte presenti in tutta la nostra città,” affermano i firmatari. La speculazione immobiliare non può continuare a essere l’unica risposta a chi cerca una casa.
La chiusura del comunicato è un appello disperato quanto determinato: “Riusciranno, almeno questa volta, Governo centrale e istituzioni cittadine a dare una risposta che sia quantomeno credibile?” La domanda resta aperta, ma la richiesta di azione è chiara e impellente.
Le associazioni firmatarie di questo appello rappresentano un ampio spettro della società civile di Scampia, che si sono unite in un coro unanime per chiedere giustizia e cambiamento. Tra di loro ci sono Gridas Grupporisvegliodalsonno, Centro Territoriale a Scampia Mammut, Circolo La Gru di Legambiente, ArciScampia, Associazione Dream Team – donne in rete, Associazione Aquas, Chi rom e chi no, Arrevuoto Teatro e Pedagogia, La Kumpania, L’Uomo e il Legno, CNCA Campania, Irene ’95 cooperativa sociale, Mediterraneo Antirazzista Napoli, Progetto Pangea – Scampia, Asd Universal Center Il Raggio di Sole di Scampia, Associazione Senza Confini, OdV Arrevutammoce ETS e Occhi Aperti – CasArcobaleno.
