I bioritratti: la parola “scugnizzo” compie 130 anni

Quello dello scugnizzo è uno dei simboli di Napoli, una “maschera” che, diversamente da Pulciunella o Scaramuccia, non appartiene alla fantasia, ma alla nuda e troppo spesso cruda, realtà.

Grazie agli scugnizzi Napoli ha resistito e vinto contro l’occupazione nazista del 1943 (le Quattro Giornate), ha saputo dare di sè quell’immagine, magari irriverente e dalla “faccia da schiaffi”, ma generosa e umana, che il mondo intero conosce.

In quest’articolo parliamo della figura dello “Scugnizzo” perchè proprio in queste settimane questo termine compie 130 anni: per la prima volta fu utilizzata per iscritto nelle riflessioni di Ferdinando Russo, che scriveva, “lo scugnizzo è il monello abbandonato, spesso dai genitori medesimi, fatti crudeli dal vizio o dalla miseria”.

Per la prima volta la figura del ragazzino randagio, vittima ed eroe delle miserie della città, trovava un appellativo.

Ferdinando Russo è stato un poeta, giornalista e autore di canzoni; nato a Napoli, per diverso tempo collaborò con il giornale “La Riforma” e, in un articolo del 1895 (130 anni fa, appunto), raccontava la realtà degli scugnizzi, durante un reportage che lo stesso Russo realizzò sulla Piccola Camorra. La letteratura ci dice che il termine “scugnizzo” deriva da “scognare”, ovvero scheggiare (nel gioco della trottola) la trottola dell’avversario, mandando la propria a sbattere contro quell’altra, scheggiandola. Ipotesi supportata da una più antica; infatti i puristi del verbo la fanno risalire al termine tardo latino “excuneare”, ovvero, rompere.

Russo seppe esprimere la figura dello scugnizzo nei sonetti “‘ ‘E scugnizze”, che divennero poi ” ‘E scugnizze. Gente ‘e mala vita”.

Dopo lo sdoganamento del termine da parte di Russo nel 1895, furono diverse le opere che caratterizzarono questa figura napoletana: citiamo i film, come “L’ultimo scugnizzo” (1938), “Paisà” del 1946 e “Scugnizzi” del 1989. 

Monello, espediente, malandrino, giocoso, vivace, furbo, sono tutti i termini che l’immaginario collettivo nel corso di oltre un secolo ha accostato allo scugnizzo.

Fabio Buffa 

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