“Le istituzioni continuano a voltare le spalle a un intero quartiere, ignorando le legittime aspirazioni dei cittadini di Scampia.” È questa la dura denuncia di Monica Riccio, vicepresidente della Consulta delle Associazioni della Municipalità 8, che porta alla luce una situazione sempre più critica riguardante il Parco Ciro Esposito, uno dei più importanti spazi verdi della periferia napoletana, chiuso al pubblico da ormai due anni.
La vicenda, che si trascina dall’ottobre scorso, ha visto le associazioni del territorio, tentare ripetutamente di stabilire un dialogo con l’assessore al Verde del Comune Santagada. Un tentativo di confronto – secondo Riccio – rimasto lettera morta, così come la precedente petizione promossa dal gruppo Scout locale, che già un anno fa aveva cercato di sensibilizzare il sindaco sulla questione.
“I lavori sono finalmente iniziati, ma quello che sta emergendo è profondamente deludente,” sottolinea Riccio. Il progetto di riqualificazione ha subito un drastico ridimensionamento economico: una gara al ribasso ha portato a un taglio del 37% del finanziamento iniziale, riducendo il budget a soli 400 mila euro. “Con questa cifra,” spiega la vicepresidente, “si potranno realizzare solo gli interventi minimi indispensabili: il ripristino dei parapetti, la sistemazione dei cancelli, qualche giostrina per i bambini e i servizi igienici. Un intervento che non risponde minimamente alle reali necessità del parco e del quartiere.”
La lista delle criticità ignorate è lunga e preoccupante: dalla collinetta lasciata in stato di abbandono all’impossibilità di utilizzare tutti gli ingressi del parco per attraversare il quartiere, fino all’assenza di un piano di manutenzione ordinaria. “È paradossale,” incalza Riccio, “sentir parlare continuamente di progettazione partecipata da parte delle istituzioni, quando poi le stesse non si degnano nemmeno di rispondere alle mail dei cittadini che chiedono un confronto costruttivo.”
Di fronte al persistente silenzio del sindaco Gaetano Manfredi e dell’Assessore Santagada, la rappresentante della Consulta lancia un avvertimento che suona come un ultimatum: “Se continueranno a ignorare le nostre richieste di dialogo, non ci resterà che organizzare un presidio massiccio sotto Palazzo San Giacomo. È giunto il momento che gli invisibili della periferia facciano sentire la propria voce in maniera forte e chiara.”
