L’atmosfera in via Janfolla, ai confini tra Miano e Piscinola, è satura di angoscia dopo il duplice omicidio del tardo pomeriggio di oggi.
Dalla parrocchia dei Santi Alfonso e San Gerardo si leva la voce accorata del parroco don Salvatore Cinque, che manifesta il suo profondo turbamento per l’accaduto. Il suo triplice grido di “vergogna” riecheggia come un’eco dolorosa, mentre denuncia l’insostenibilità di una situazione ormai al limite.
Il passaggio delle sirene delle forze dell’ordine è diventato il simbolo di un quartiere ferito. Il sacerdote sottolinea con fermezza l’inammissibilità di chi si erge a giudice della vita altrui, condannando fermamente questi atti di violenza.
Attraverso Periferiamonews, don Salvatore si fa portavoce di un desiderio collettivo di rinascita. La sua visione è quella di un quartiere rigenerato, dove i più giovani possano svilupparsi in un ambiente sano, libero dalla minaccia delle armi e dalla cultura della violenza.
Il suo messaggio e’ un appello alla mobilitazione collettiva, un invito a stringersi come comunità per dare vita a un cambiamento concreto. In questo frangente di oscurità, le parole del parroco diventano un faro di orientamento, un richiamo all’unità e alla trasformazione sociale che interpella la coscienza di ogni abitante del quartiere.
Attraverso il suo intervento, don Salvatore non solo condanna la violenza ma traccia anche un percorso di rinascita, indicando la via verso un domani in cui la serenità possa finalmente prevalere sul terrore.
“Basta con le sirene che stordiscono e portano via la speranza. Finisca la barbarie delle armi” conclude don Salvatore.
