Il piacere di stare insieme e la gioia di poter donare un sorriso: questi sono gli ingredienti principali del gruppo “Gli Amici del Lievito Solidale” che hanno dato vita ad una realtà autofinanziata itinerante che, mensilmente, collabora con mense ed enti solidali per offrire gratuitamente pizze cotte in forni a gas portatili, fatte al momento, regalando allo stesso tempo un momento di leggerezza a chi si trova a vivere un momento di difficoltà.
Abbiamo fatto due chiacchiere con il portavoce de “Gli Amici del Lievito Solidale”, Domenico Candileno, che ha raccontato com’è nata quest’idea e come si sta ampliando pian piano.
Come nasce l’idea di creare “Gli Amici del Lievito Solidale” e chi fa parte di questa realtà?
“Il gruppo è nato in maniera molto spontanea, infatti non siamo un’associazione sul piano burocratico perché ci autofinanziamo: inizialmente, tempo fa, facevo dei video tutorial su Youtube per la preparazione della pizza, poi ho smesso e ed è rimasta tutta l’attrezzatura inutilizzata. Era un peccato e così mi sono messo in contatto con un amico che collaborava con la mensa “San Francesco di Paola” che mi propose di organizzare un piccolo evento in cui avrei preparato circa 40 pizze per la mensa. Per organizzare questo evento, ho coinvolto alcuni amici, Raffaele Zibaldo, Rosario Ciccarelli e Roberto De Simone: la mensa fu entusiasta dell’iniziativa, che doveva essere un unicum, e ci chiese poi mensilmente di collaborare con loro. Era tutto nuovo, cucinare in grande quantità era una sfida per noi e, a casa mia, abbiamo organizzato come dei “corsi amatoriali” tra noi per prendere dimestichezza con l’impastare e l’infornare. Con il passare del tempo, ci abbiamo preso gusto: post pandemia c’era tanta voglia di fare e così abbiamo proseguito grazie anche a delle collaborazioni di un caseificio e di una pizzeria che ci hanno aiutato con il materiale e gli ingredienti. Abbiamo quindi deciso di darci un nome, appunto “Gli Amici del Lievito Solidale” e si sono aggiunti al gruppo Luigi De Simone e Roberto Bonanno. Sul piano logistico, per gli spostamenti, ci aiuta Savio Sidoti. Di tutto questo, fanno ormai parte anche le famiglie di ognuno di loro e, grazie anche all’aiuto delle signore, riusciamo a preparare non solo margherite, ma anche pizze fritte”.
Quante iniziative avete organizzato fino ad oggi e come nascono le varie collaborazioni?
“Ad oggi, abbiamo organizzato più o meno 15 eventi, una cifra per noi già grande, considerando la semplicità con cui è nato il tutto. Nei vari eventi abbiamo organizzato anche una manifestazione per l’Immacolata in cui abbiamo preparato delle zeppoline a Porta Capuana. Il nostro motto è “una pizza per un sorriso”: i nostri eventi nascono in realtà tramite i social, in particolare veniamo contattati tramite la nostra pagina Facebook “Gli Amici del Lievito Solidale”, che è un po’ il nostro curriculum, da varie mense solidali e, se gestite da laici, la collaborazione è praticamente immediata. Noi non abbiamo la presunzione di dare da mangiare a qualcuno, perché a Napoli ci sono tantissime associazioni e mense che aiutano, ma per noi è un modo per divertirci. Organizzare un evento e fare le pizze insieme, per noi è un po’ come una partita a padel: è un modo per stare in compagnia e regaliamo a qualcuno un momento di svago, aiutando i volontari delle mense. Noi siamo spinti dal nostro entusiasmo e dal desiderio di far sorridere qualcuno, anche solo per il tempo di una pizza, senza nulla in cambio”.
Qual è stata l’esperienza più bella vissuta fino ad oggi?
“Sicuramente aver collaborato con “La Tenda”, nel quartiere Sanità. Abbiamo aiutato i volontari che per un giorno, grazie al nostro aiuto, hanno avuto una pausa: è stato bello incontrare i volti e conoscere qualche storia di chi era venuto lì e vedere nei loro occhi la gioia, anche per una semplice pizza. Quando si vivono queste realtà, si entra in empatia con quanti sono lì ogni giorno: abbiamo visto anziani che con una pensione misera, non arrivando a fine mese, erano lì oppure persone con disturbi mentali che, isolate, almeno in quella realtà hanno trovato un posto sicuro. Un’altra bella esperienza, più ludica, è stata al centro “Don Orione” a Torre del Greco frequentato da ragazzi diversamente abili: è stata una giornata particolarmente formativa ed emozionante”.
Sara Finamore
