Una vicenda che sta scuotendo il mondo della scuola emerge da Marano, dove una madre ha portato alla luce una situazione allarmante riguardante il diritto fondamentale all’istruzione del proprio figlio affetto da autismo. Il bambino, che frequenta l’ultimo anno della scuola primaria, si trova attualmente costretto a limitare la propria presenza in classe a sole nove ore settimanali, spalmate su tre giorni con sessioni di appena tre ore ciascuna.
La madre, Imma, ha deciso di non restare in silenzio di fronte a quella che considera una palese violazione dei diritti del figlio. Supportata dall’associazione “La Battaglia di Andrea“, ha intrapreso un’azione formale rivolgendosi alle massime autorità scolastiche, inoltrando una segnalazione sia all’Ufficio Scolastico Regionale che direttamente al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
La situazione si fa ancora più complessa considerando che il bambino, titolare dei diritti previsti dalla legge 104, si vede negare la possibilità di una frequenza scolastica completa. Secondo quanto riportato dalla madre, l’istituto scolastico avrebbe giustificato questa drastica riduzione dell’orario definendo il bambino “ingestibile”, ponendo come condizione per la frequenza completa l’accettazione di una terapia farmacologica.
Un elemento particolarmente controverso della vicenda riguarda la posizione della scuola, che afferma di aver agito su indicazione dei servizi sanitari dell’Asl Na 2 Nord. La madre ha inoltre denunciato di aver subito pressioni psicologiche significative, tra cui minacce di segnalazione ai servizi sociali e possibile allontanamento del figlio.
L’associazione “La Battaglia di Andrea”, attraverso la sua presidente Asia Maraucci, non è rimasta indifferente alla gravità della situazione. Ha subito mobilitato un team legale composto dagli avvocati Sergio Pisani e Vincenzo Grimaldi, specializzati nella tutela dei diritti dei minori, per garantire al bambino il pieno accesso all’istruzione che gli spetta di diritto.
La vicenda non rappresenta solo un caso isolato, ma solleva interrogativi fondamentali sul sistema di inclusione scolastica nel suo complesso e sulla reale capacità delle istituzioni di garantire un’adeguata assistenza agli studenti con disabilità. La situazione richiede un intervento tempestivo e risolutivo da parte delle autorità competenti per assicurare che il diritto all’istruzione, sancito dalla Costituzione, sia effettivamente garantito a tutti gli studenti, senza discriminazioni.
