Una giornata storica per Secondigliano segna un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata. Nella sala consiliare della Settima Municipalità è stata inaugurata la prima associazione antiracket e antiusura del quartiere, dedicata alla memoria dell’eroico poliziotto Nicola Barbato, ad un anno dalla sua scomparsa.
L’iniziativa, che si inserisce nel progetto “Insieme contro racket e usura” finanziato dalla Regione Campania, ha visto una partecipazione massiccia di autorità e rappresentanti delle istituzioni. Tra i presenti, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, che ha sottolineato con forza come questa apertura rappresenti “la reazione di una Secondigliano che si ribella a una narrazione della sottomissione ai clan.”
Particolarmente toccanti le parole di Giovanna Barbato, figlia del poliziotto a cui è intitolata l’associazione: “Oggi è un giorno importante perché l’associazione antiracket che porta il nome di mio padre per noi è un segno molto forte. Papà ha dedicato la sua intera vita nella lotta contro la criminalità e il suo sacrificio oggi non è più vano.”
Nicola Barbato venne gravemente ferito il 25 settembre 2015 mentre cercava di sventare un’estorsione nel quartiere di Fuorigrotta, dimostrando un coraggio che, come ricordato durante la cerimonia, “non voleva essere tale ma voleva essere senso del dovere.”
Il coordinatore regionale FAI Campania, Rosario D’Angelo, ha evidenziato la portata storica dell’inaugurazione: “Questa associazione nasce in una delle zone più difficili della nostra città, dove circa venti anni fa si è consumata una delle faide più sanguinarie di camorra. Non era scontato che ci saremmo riusciti.”
L’inaugurazione ha visto la presenza delle più alte cariche istituzionali e delle forze dell’ordine, tra cui il questore di Napoli Maurizio Agricola, la presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, e numerosi altri rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, a testimonianza dell’importanza dell’iniziativa per il territorio.
Un segnale forte che indica come nessun territorio possa essere considerato “zona franca” per la criminalità organizzata.







