Secondigliano, agente penitenziario si toglie la vita nel parcheggio del carcere

Un agente della polizia penitenziaria di 59 anni si è tolto la vita nel parcheggio del carcere di Secondigliano, utilizzando la propria pistola d’ordinanza poco prima di iniziare il turno di servizio. L’agente, stimato dai colleghi e dai superiori per la sua dedizione al lavoro e prossimo alla pensione, lascia la moglie e due figli.

La tragedia di Secondigliano, che rappresenta il terzo suicidio tra gli agenti penitenziari dall’inizio del 2025, si inserisce in un quadro allarmante che coinvolge il personale penitenziario. Come evidenzia Aldo Di Giacomo, segretario generale S.PP., le condizioni di lavoro nelle carceri sono diventate sempre più critiche, con turni che possono arrivare fino a 12-14 ore giornaliere e frequenti episodi di violenza. Solo nei primi quattro mesi dell’anno sono state registrate 1500 aggressioni ai danni degli agenti penitenziari.

Il caso segue altri recenti episodi drammatici nel settore penitenziario, tra cui il decesso dell’ex Comandante del carcere Coroneo di Trieste, il suicidio del sovrintendente di Porto Azzurro e la morte per “malore improvviso” di un agente a Santa Maria Capua Vetere.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, negli ultimi cinque anni si sono verificati 275 suicidi tra le forze dell’ordine, con una media di un caso a settimana. Nel solo 2024, si sono registrati 26 suicidi, di cui 4 tra gli agenti penitenziari, evidenziando una situazione che richiede interventi urgenti per il supporto psicologico e la tutela del personale.

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