Non chiuderà dal 19 gennaio al primo marzo 2026, come annunciato nelle scorse settimane, ma qualche mese più tardi, a novembre dello stesso anno. E si assottigliano anche i giorni di stop forzato ai voli: dai 42 inizialmente prospettati a meno di 30.
C’è la fumata bianca per lo spostamento dei lavori di rifacimento della pista di volo e dei raccordi dell’aeroporto internazionale di Napoli, un intervento di riqualificazione programmato nel piano quadriennale degli interventi 2023-2026.
La soluzione, individuata da Enac con l’obiettivo di ottimizzare i tempi di lavoro e ridurre i giorni di chiusura dello scalo, limitando i disagi per i passeggeri, è stata condivisa in queste ore con tutti i soggetti operativi sull’aeroporto.
A tal fine, si legge nel comunicato diffuso dalla stessa Enac, “verrà istituito un tavolo tecnico tra Enac, Enav, gestore aeroportuale e operatori”.
“Si tratta di un’opzione che ci ha visti tutti concordi e che limita i disagi di Capodichino a 30 giorni prospettata per Capodichino dalla Gesac. L’azienda che si occupa della gestione aeroportuale, aveva creato notevole malumore tra gli addetti ai lavori del settore turistico. La nuova opzione sembra invece più in linea con le aspettative degli aeroporti sottoposti a regolari e periodici interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, “in conformità – aveva spiegato Gesac – con le rigorose normative di settore e in linea con l’impegno prioritario del gestore aeroportuale per garantire i massimi standard di sicurezza”.
Lo stop previsto per novembre 2026, comunicato peraltro con un sensibile anticipo, sembra dunque il male minore, come testimonia anche la posizione delle compagnie aeree e delle industrie operative sullo scalo, che hanno preso parte all’incontro insieme ai vertici di Enac, al presidente di Gesac, Carlo Borgomeo e all’ad Roberto Barbieri.
La notizia della riconsiderazione del periodo di chiusura forzata di Capodichino arriva nel cuore della stagione turistica, con una copertura delle principali città italiane e capitali europee e una connettività globale garantita da 38 voli giornalieri verso 24 hub. Vale dire che da qui, con un solo transito, si raggiunge qualsiasi destinazione in tutto il mondo. Sempre più significativo il segmento internazionale che, nell’anno in corso, rappresenta oltre il 76% del traffico totale; in crescita quello intercontinentale grazie a 43 frequenze settimanali su 6 aeroporti in Nord America: Atlanta, Chicago, Montreal, New York-Newark, New York-JFK e Philadelphia.
Il tutto in attesa che terminino i lavori per il prolungamento della linea della metropolitana, che potrebbe vedere la luce entro la prima metà del 2027, un’opera che completerà l’asse metropolitano stazione-porto-aeroporto. E c’è anche un progetto per interrare un pezzo di viale Maddalena: l’obiettivo è decongestionare il traffico e migliorare la fruibilità dell’area, che resta – in alcune fasce orarie – un tallone d’Achille.
