60 anni fa, ovvero nell’estate del 1965, la storia calcistica del Napoli conosce uno dei momenti più iconici, ovvero l’arrivo in maglia azzurra di José João Altafini, che sette anni dopo diventò il “core ‘ngrato” della stessa casacca partenopea. L’arrivo del giocatore brasiliano, reduce da una vittoria ai Mondiali del 1958 con il Brasile e da una Coppa Campioni conquistata con il Milan, fu accolto con grande entusiasmo dal popolo napoletano, che vedeva nel giocatore italo-brasiliano l’uomo giusto per poter finalmente contrastare il predominio in campionato delle squadre del nord, in primis, Juventus, Inter e Milan.
Altafini in maglia azzurra ci rimase sette stagioni, collezionando 180 presenze e 71 gol: nella stagione 1967-68 con Altafini il Napoli ottenne il suo miglior piazzamento in serie A dei primi 42 anni di storia, con il secondo posto, alle spalle del Milan. Il duo delle meraviglie di quei tempi era la coppia offensiva Sivori-Altafini, che portò i partenopei a diventare una delle prime quattro realtà calcistiche italiane. Non solo, con Josè il Napoli conquistò la Coppa delle Alpi, edizione 1966, il suo primo campionato internazionale.
Alla fine della stagione 1971-72, dopo innumerevoli gare entusiasmanti, splendidi gol e aver contribuito a regalare ai tifosi la bella sensazione di essere tra le grandi protagoniste del calcio italiano, ecco che, a contratto scaduto, Altafini ha voglia di tornare a giocare una Coppa Campioni.
Così, lascia gli azzurri e va all’odiatissima (qui da noi) Juventus.
Già con questa scelta il pubblico napoletano considerò Josè Altafini, una sorta di “traditore”.
“Core ‘ngrato” è una famosa canzone di Riccardo Cordiferro (all’anagrafe Alessandro Sisca) e Salvatore Cardillo che, a dire il vero, la snobbò, considerandola scadente. Invece Enrico Caruso se ne innamorò e pensò che fosse adatta a raccontare la sua tormentata storia d’amore con Ada Giachetti. Così “core ‘ngrato” divenne uno degli inni di una Napoli passionale e struggente, che, con il passaggio di Altafini ai bianconeri torinesi, acquisì anche una connotazione calcistica.
La sublimazione dell’abbinamento tra il brano di Cordiferro-Cardillo e Josè Altafini, avvenne poi nell’aprile del 1975, quando l’italo brasiliano segnò con la maglia della Juve il 2 a 1 decisivo proprio contro il Napoli. Altafini, come capitava spesso, venne messo in campo negli ultimi quindici minuti, al posto di un esausto Oscar Damiani e realizzò la rete che ancora adesso lo rende famoso come “core ‘ngrato”.
Al di là dei campanilismi calcistici, che sono poi il “sale” di questo splendido sport, c’è da dire che Altafini, per Napoli, rimane (e rimarrà) uno dei simboli della maglia azzurra, dietro solo a Maradona, Juliano e a pochi altri.
Tra un paio di settimane Altafini compirà 87 anni, lavorativamente parlando è ancora una persona attiva, che trascorre il tempo libero al circolo tennistico Nuova Saves di Alessandria, la città che diversi anni fa Josè si è scelto come tranquilla dimora per la propria vecchiaia.
Fabio Buffa
