Secondigliano è spesso ricordato per il suo passato florido e ricco di storia. Nel Settecento, questo territorio era un vero e proprio paradiso naturale, noto per la sua rigogliosa campagna e, in particolare, per la coltivazione dei gelsi. Queste piante erano essenziali per l’allevamento dei bachi da seta, un’attività che avrebbe segnato profondamente l’economia e la cultura del luogo.
La produzione di seta a Secondigliano non era solo un’attività economica, ma un vero e proprio stile di vita. Le famiglie del tempo possedevano spesso almeno un telaio in casa, trasformando le abitazioni in piccoli laboratori artigianali. La lavorazione della seta era parte integrante della quotidianità, e questo processo familiare contribuì a creare una comunità coesa e operosa, dedita alla produzione di una delle fibre più preziose del tempo.
Il successo di Secondigliano nel settore della seta anticipò l’importante sviluppo dell’industria serica di San Leucio, un progetto promosso dal re Ferdinando IV di Borbone. San Leucio divenne un simbolo di innovazione e progresso industriale, ma il contributo di Secondigliano non fu da meno, rappresentando un precursore di questo rinascimento tessile.
Oggi, passeggiando per le strade di Secondigliano, è difficile immaginare il passato glorioso di questo quartiere, ormai inglobato nella metropoli di Napoli. Tuttavia, le radici storiche e culturali di questa zona continuano a vivere nei racconti degli abitanti e nelle tradizioni che, sebbene mutate, conservano tracce di quel periodo d’oro.
Secondigliano ha saputo trasformarsi e adattarsi alle sfide moderne, ma non ha dimenticato il suo passato ricco e affascinante, un passato che ancora oggi ispira e arricchisce la sua identità.
