Il clochard gentiluomo che commuove Napoli: la storia di Lionel, ex militare francese

NAPOLI – Si chiama Lionel, è un cittadino francese, un tempo caporale pluridecorato dell’aviazione, con alle spalle numerose missioni all’estero. Oggi è un senzatetto che vive tra il lungomare e le stazioni della metropolitana di Napoli. Non chiede l’elemosina: regala sorrisi, nonostante viva in condizioni di estremo disagio e sofferenza. Dorme spesso nudo davanti all’ambasciata americana sul lungomare, esposto a tutto, con dignità silenziosa.

Lionel è diventato, suo malgrado, un volto noto ai napoletani. Ogni giorno percorre la città a piedi o in metropolitana, visibilmente debilitato, nella speranza di trovare un pasto caldo e uno sguardo gentile. La sua presenza discreta, mai invadente, ha commosso molti cittadini e attirato l’attenzione di alcune realtà associative impegnate nel sociale.

Un gesto concreto di solidarietà

Ad assisterlo periodicamente ci sono Anna Nesi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate (ANGPG), e Giuseppe Alviti, presidente nazionale della stessa associazione. Entrambi, più volte – anche nella giornata di giovedì scorso – si sono recati da Lionel per portargli generi alimentari, abiti e coperte. I pochi beni consegnati nei giorni precedenti, come cuscini e indumenti, gli sono stati purtroppo sottratti da ignoti.

Un gesto, quello dell’ANGPG, che va oltre la semplice assistenza materiale: è un riconoscimento della dignità di un uomo, oggi invisibile alla società, ma che ha servito con onore il proprio Paese.

L’appello all’Ambasciata di Francia

Dalla voce della dottoressa Nesi è partito un appello formale al Consolato Francese a Napoli, affinché si attivi con urgenza per intervenire in favore di Lionel. L’obiettivo è restituire dignità e sostegno concreto a un ex militare che, dopo aver servito in contesti internazionali, non dovrebbe vivere senza un tetto né assistenza in terra straniera.

«Non possiamo accettare che chi ha servito lo Stato con onore finisca dimenticato su una panchina», dichiarano i rappresentanti dell’associazione, chiedendo una presa in carico immediata da parte delle istituzioni diplomatiche francesi.

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