La statua dell’Addolorata di Secondigliano: quando il sogno di P. Gaetano Errico incontrò l’arte di Francesco Verzella

Era la fine del 1834 quando padre Gaetano Errico, fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori, si recò in una bottega artigiana del centro storico, a pochi passi dall’Arcivescovado. In quel laboratorio lavorava uno dei più rinomati scultori di statue lignee del tempo, Francesco Verzella, eccellenza della scuola napoletana.
Al maestro, don Gaetano commissionò una statua dell’Addolorata con gli Angeli, raccomandandogli con insistenza: «Il volto della Vergine dev’essere bello, molto bello». Verzella, con il suo talento, realizzò una Madonna dai tratti perfetti e dall’espressione dolcissima. Eppure il sacerdote non si dichiarò soddisfatto. Più volte lo pregò di ricominciare da capo.
Si  racconta che soltanto al diciassettesimo tentativo, vedendo il nuovo volto scolpito, padre Gaetano si illuminò ed esclamò: «Così era». Da allora, a Secondigliano, si è sempre tramandato che don Gaetano avesse avuto la grazia di vedere la Madonna in persona. Di questa esperienza, tuttavia, egli non parlò mai con nessuno.
La scultura del Verzella raffigura Maria Addolorata seduta su un masso ai piedi della Croce. Le mani sono poggiate sulle ginocchia, accanto agli strumenti della Passione: chiodi, martelli, tenaglie e la corona di spine. Alla sua sinistra un angelo la conforta, mentre alla destra un putto dagli occhi colmi di lacrime la contempla con struggente dolore. Più in basso, un altro angioletto partecipa al suo pianto.
Un capolavoro che non è solo opera d’arte, ma anche testimonianza di fede e mistero, ancora oggi custodito con devozione dai fedeli secondiglianesi.

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