Trent’anni di L’Uomo e il Legno: la scommessa che fiorisce a Scampia

Trent’anni sono un tempo lungo: abbastanza per attraversare crisi, cambiamenti, successi e cadute, per imparare e ricominciare, per innestare nuove radici. Per L’Uomo e il Legno, cooperativa sociale nata nel 1995, questi tre decenni sono stati dedicati a forgiare una comunità capace di riconoscere ed esaltare la dignità dell’essere umano, soprattutto nelle sue fragilità.

La storia comincia il 20 settembre 1995, quando Vincenzo “Enzo” Vanacore fonda a Napoli un laboratorio di falegnameria con un obiettivo preciso: offrire strumenti concreti di recupero e inclusione per persone con dipendenze. I soci fondatori erano essi stessi ex-dipendenti dal Centro La Tenda, esperienza che aveva rappresentato per loro la rottura con la tossicodipendenza e l’avvio di una nuova vita. Quella spinta diventa la radice di una realtà che ha scelto non solo di uscire dal buio, ma di creare luoghi in cui altri potessero ritrovare una dignità, un mestiere, un futuro.

Nel 2006 la cooperativa si trasferisce a Scampia, quartiere simbolo di contraddizioni e difficoltà, ma anche di energie civili e sociali. Qui L’Uomo e il Legno si consolida come realtà mista, capace di coniugare attività socio-assistenziali, progetti educativi e attività agricole. La falegnameria rimane il cuore pulsante, non solo come luogo di produzione, ma come spazio in cui si impara la precisione, l’attenzione e la pazienza, qualità che diventano metafora di una rinascita personale e collettiva.

La missione si è ampliata nel tempo. Accanto al lavoro con gli adulti, la cooperativa ha investito sempre più nella formazione dei giovani, nell’educazione dei bambini e nell’animazione territoriale. A Scampia oggi offre laboratori didattici e creativi, percorsi di orientamento allo studio, attività ricreative e culturali. Collabora con le istituzioni e con il carcere di Secondigliano, dove gestisce una falegnameria sociale e progetti agricoli che coinvolgono anche detenuti ergastolani.

Al centro di questo cammino resta la memoria viva del fondatore, Enzo Vanacore. Il suo lascito non è fatto solo di spazi e attività, ma di una cultura che mette la persona prima di ogni cosa. Vanacore ha trasmesso l’idea che la vera costruzione parte dall’ascolto, dal rispetto e dalla cura. Oggi questa eredità viene portata avanti con passione e competenza da Rita Caprio, attuale presidente, che guida la cooperativa insieme a un gruppo di donne e uomini capaci di rinnovare lo spirito originario senza tradirne l’anima.

Il futuro si chiama infanzia e gioventù. È nei sorrisi dei bambini e nella fiducia che ripongono negli adulti che L’Uomo e il Legno vede la direzione da seguire. Investire in loro significa prevenire fragilità, generare opportunità, costruire una comunità più forte e coesa.

A trent’anni dalla nascita, la cooperativa guarda indietro con gratitudine e avanti con responsabilità. Le radici sono salde, i sogni continuano a spingere oltre, ma è il cuore di chi lavora ogni giorno in questa realtà che dà la vera direzione. Buon compleanno a L’Uomo e il Legno: un nome che continua a raccontare una promessa di speranza, crescita e futuro.

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