Un futuro diverso per le oltre sessantamila guardie giurate italiane. È quello immaginato dal Presidente nazionale delle Associazioni Guardie Particolari Giurate (Angpg), Giuseppe Alviti, che ha presentato la sua proposta di legge di riforma del comparto della sicurezza privata, con l’obiettivo di allargare competenze e funzioni degli operatori, garantendo al contempo maggiore tutela per lavoratori e cittadini.
Secondo Alviti, la riforma dovrà sancire l’obbligo di intervento delle GPG in caso di reato in flagranza, con successiva consegna del fermato alle forze dell’ordine. Una svolta netta rispetto all’attuale quadro normativo, che prevede per le guardie giurate la facoltà, ma non il dovere, di agire come semplici cittadini. «Nella nostra proposta – spiega Alviti – si prevede che le guardie giurate diventino agenti di sicurezza legittimati ad esercitare non solo azioni di prevenzione, ma anche di contrasto».
Tra le novità più rilevanti, la possibilità di affiancare polizia e carabinieri in scenari particolarmente sensibili come aeroporti, stadi e uffici pubblici, con compiti specifici di perquisizione e ispezione, previo adeguato percorso formativo. Centrale anche l’abolizione della figura della GPG alle dirette dipendenze di enti o aziende e la nascita di una commissione permanente presso il Ministero dell’Interno, incaricata di vigilare sulle autorizzazioni e sugli standard del settore.
La proposta prevede inoltre l’obbligo, per le aziende con più di 50 dipendenti, di nominare un manager della sicurezza in costante collegamento con le autorità competenti, nonché l’istituzione di un registro ufficiale delle aziende costruttrici e installatrici di impianti di sicurezza.
Alviti non nasconde l’urgenza di un iter parlamentare rapido e auspica un sostegno bipartisan, sottolineando l’appoggio già trovato nel vicepresidente della Camera, generale Sergio Costa. «Dobbiamo arrivare ad una rapida applicazione – dichiara – per rendere più efficace il contrasto al crimine, adeguando le norme italiane ai più avanzati standard europei».
Altro nodo cruciale riguarda il fenomeno dei “fiduciari”, operatori disarmati spesso impiegati al posto delle guardie giurate armate. La proposta di legge introduce sanzioni a carico degli istituti di vigilanza che adottano questa prassi. Alviti denuncia da tempo come si tratti di una distorsione generata dai bandi di gara che, privilegiando il ribasso economico, costringono le aziende a sostituire le GPG con personale meno qualificato. «È una pratica pericolosa – conclude – che mina legalità e sicurezza: bisogna intervenire subito per ristabilire regole chiare e garantire tutele adeguate».
