A Miano il nome di via (e vico) Vincenzo Valente accompagna il percorso che collega via Miano al cuore storico del quartiere, tra centro civico, Asl e ufficio postale, fino a via Liguria e alla parrocchia di Maria SS. Assunta. Dietro quella targa c’è la storia di un compositore che ha segnato l’“età d’oro” della canzone partenopea: Vincenzo Valente (Corigliano Calabro, 21 febbraio 1855 – Napoli, 6 settembre 1921). Formatosi tra musica sacra e conservatori, scelse presto il dialetto e il palcoscenico come lingua e casa artistica.
Valente fu tra i musicisti che resero immortale la tradizione partenopea, componendo melodie su testi di Ferdinando Russo, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio e Aniello Califano.
Considerato tra i padri della macchietta, insieme a Russo e all’attore Nicola Maldacea, seppe dare ritmo e ironia alle serate dei café chantant, senza rinunciare a pagine di autentico lirismo. La sua canzone più celebre resta “Tiempe belle”, scritta con Califano, che ancora oggi conserva il fascino struggente di quell’epoca.
Autore anche di operette e di numerosi brani presentati alle Piedigrotte, la sua musica varcò i confini di Napoli ed entrò nel repertorio di interpreti come Enrico Caruso e Tito Schipa. La strada di Miano che porta il suo nome custodisce così la memoria di un artista che trasformò la poesia dialettale in patrimonio musicale universale.
