È morto a 80 anni James Senese, una delle voci più autentiche e potenti della musica napoletana. Era stato ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Cardarelli di Napoli alcune settimane fa; accanto a lui, fino all’ultimo, l’amico fraterno Enzo Avitabile, con cui ha condiviso palchi, sogni e battaglie sonore.
Senese era nato e cresciuto a Miano, quartiere dell’area nord di Napoli, dove ha sempre vissuto e da cui non si è mai voluto staccare. “Questa è la mia terra”, diceva spesso, e a quella terra ha restituito tutto attraverso la sua musica: rabbia, orgoglio, appartenenza, verità.
Due anni fa si era esibito proprio a Miano, nel cuore del rione San Tommaso, in un concerto organizzato dalla Settima Municipalità in sinergia con l’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli. Una serata intensa, vissuta con l’energia di sempre, quella grinta da leone che lo ha accompagnato per tutta la carriera. In quella stessa zona, oggi, un murale lo raffigura con il suo sax, come simbolo di riscatto e identità.
Figlio di un soldato afroamericano e di una donna napoletana, James Senese ha incarnato la Napoli vera: meticcia, dolente, ma piena di forza e di cuore. Con i Napoli Centrale, fondati negli anni ’70, ha dato vita a un linguaggio unico, dove il jazz e il funk si mescolavano ai suoni e ai dialetti della città, in un grido di libertà e denuncia sociale. Le sue collaborazioni — da Pino Daniele a Tullio De Piscopo, da Enzo Avitabile a Tony Esposito — raccontano un percorso irripetibile, fatto di amicizia e arte condivisa.
Oltre le tournée e i dischi, James è rimasto un uomo del popolo, fedele alle sue origini. Camminava per le strade di Miano salutando tutti, come uno di casa, perché per lui la musica era un modo per restare vicino alla sua gente.
Oggi, mentre Napoli lo saluta, resta la sua lezione più grande: non dimenticare mai da dove si viene.
E in ogni nota del suo sax, continuerà a vibrare l’anima orgogliosa di Miano.
