Al Teatro Augusteo torna in scena “Opera di Periferia”: musica, denuncia e speranza

Da domani 7 fino al 16 novembre, il Teatro Augusteo di Napoli ospiterà “Opera di Periferia”, l’opera teatrale scritta da Peppe Lanzetta, che torna a vivere con una nuova e potente produzione. Lo spettacolo, diretto da Bruno Garofalo, vanta un cast corale e il contributo musicale di Maurizio Capone, musicista eco-pioneer e autore di tutte le musiche, in scena insieme alla sua storica band Bungt Bangt.

Scritta e rappresentata per la prima volta nel 2009, “Opera di Periferia” si è rivelata un’opera profetica, capace di anticipare i malesseri sociali che negli anni successivi hanno animato rivolte e manifestazioni nelle periferie del mondo. Con un linguaggio crudo e realistico, racconta il disagio giovanile e sociale ambientato nelle Vele di Scampia, simbolo di un degrado urbano e umano che accomuna le periferie di Napoli al Bronx e alle banlieue francesi.

Il cuore emotivo e narrativo dello spettacolo è la colonna sonora originale composta da Maurizio Capone. Le tredici canzoni scritte appositamente per l’opera incarnano la protesta globalizzata delle nuove generazioni e sostengono la tensione drammatica del racconto. “La musica in questa opera non accompagna soltanto — spiega Capone — ma diventa linguaggio, energia e speranza.”

Sul palco, accanto a Capone e ai Bungt Bangt, figurano artisti di rilievo come il cantante Ivan Granatino, l’attrice Maria Rosaria Virgili, il duo Ebbanesis, Alessandra Ciccariello, Vincenzo D’Ambrosio, Mattia Ferraro, Alfredo Mundo, la cantante jazz Helen Tesfazghi, il rapper Peppoh, Danilo Rovani, Lorenzo Simeone, e i danzatori Giorgio Datz, David Kabore ed Elpidio Patricelli. In scena anche la partecipazione straordinaria di Peppe Lanzetta.

Le scene e la regia portano la firma di Bruno Garofalo, le coreografie sono curate da Orazio Caiti, e i costumi da Anna Giordano.

“Opera di Periferia” non è soltanto una denuncia sociale, ma anche un racconto di rinascita e riscatto. Attraverso la ribellione dei personaggi, la storia suggerisce la possibilità di un cambiamento, trasformando l’energia della protesta in gesto artistico e visione collettiva. Le coreografie richiamano la potenza figurativa di capolavori come il Guernica di Picasso e la Vucciria di Guttuso, dando vita a uno spettacolo che è insieme denuncia, poesia e speranza.

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