“In prima linea per un futuro migliore: Virginia Anna Crovella, tenace attivista casertana da sempre impegnata in campo sociale, porta in politica la sua battaglia per la difesa dei diritti e del territorio”
– Si presenti ai nostri lettori.
Sono Virginia Crovella e sono capolista per la provincia di Caserta della lista Fico Presidente, in sostegno a Roberto Fico come prossimo presidente della Regione Campania.
– Quando ha iniziato a sentire dentro di sé la passione per l’attivismo in campo sociale?
Ho iniziato il mio percorso sociale di attivismo e militanza a Caserta nel 2006 attraverso il Centro Sociale Ex Canapificio, l’associazione della quale tuttora faccio parte.
– In che modo ha mosso i “primi passi” come operatrice sociale?
Sin da ragazza mi sono appassionata a temi che riguardavano i diritti delle persone e della terra in cui viviamo. Ho iniziato la mia militanza attraverso la battaglia per il Macrico, un’area di 33 ettari posta al centro della città che dal 2000 ha visto mobilitarsi migliaia di cittadini per poterne finalmente fruire in una città estremamente cementificata.
Quest’area, di proprietà della Chiesa, è rimasta protetta da numerosi tentativi di speculazione edilizia proprio grazie alla mobilitazione dei cittadini e, dal 2022, è aperta e fruibile grazie a un cambio di passo decisivo all’interno della Chiesa locale.
– Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato all’inizio del suo percorso di attivista?
Le principali difficoltà in questi vent’anni riguardano il comportamento delle amministrazioni e degli interlocutori politici, che hanno smarrito la propensione all’ascolto e al coinvolgimento dei cittadini.
Da questo nasce un’altra difficoltà: stimolare le persone a partecipare attivamente.
– Di quali attività si occupa l’ex Canapificio di Caserta?
Il Centro Sociale Ex Canapificio si occupa da trent’anni dei diritti di migranti e rifugiati, tutela degli spazi verdi, gestione condivisa dei beni comuni, mobilità sostenibile insieme al comitato Città Viva e rigenerazione dell’edilizia popolare.
– È facile o difficile guadagnare la fiducia dei cittadini in una realtà complessa come il Sud Italia?
Non è semplice coinvolgere la cittadinanza, ma quando si costruisce una relazione basata sulla fiducia e sul riconoscimento di un impegno autentico e concreto, le persone partecipano e si attivano.
– L’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere è stata un momento delicato. Come è nato il procedimento penale e perché è stata coinvolta?
Nel 2018 la Procura ha aperto un’indagine che ha coinvolto molti attivisti della rete laica e religiosa di Caserta impegnata sull’accoglienza. L’indagine è nata a seguito della denuncia di un ex operatore del progetto migranti, che a sua volta era stato denunciato dal Centro Sociale per condotte illecite.
L’inchiesta – durata sette anni – ha portato a perquisizioni, intercettazioni e analisi dei dispositivi informatici. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero utilizzato fondi pubblici per fini personali, cosa completamente infondata. Tutte le rendicontazioni del progetto sono sempre risultate regolari dopo i controlli minuziosi del Ministero dell’Interno e del Comune.
L’indagine si è conclusa con l’archiviazione totale per tutti gli indagati.
– Ritiene che dietro questa indagine vi fosse una manovra politica?
Ritengo che vi sia stata una volontà politica dietro l’attacco a un progetto – il Sai – che per diciassette anni ha rappresentato un’eccellenza. Oggi tale progetto non esiste più anche a causa dei comportamenti dell’amministrazione comunale di Caserta.
– Perché, secondo Lei, il referendum su Lavoro e Cittadinanza non ha raggiunto il quorum?
Probabilmente gli italiani non hanno percepito il referendum come un’occasione per il ripristino di diritti essenziali.
C’è anche un tema di accesso al voto: una fascia sempre più ampia di cittadini si allontana dalle urne.
Il problema non è convincere le persone a votare nelle settimane immediatamente precedenti alle elezioni, ma l’enorme distanza tra politica e cittadini nel resto dell’anno. Solo un riavvicinamento strutturale può contrastare l’astensionismo.
– Tra pochi giorni si voterà per le Regionali e Lei è candidata come capolista per Caserta nella lista “Fico Presidente”. È la sua prima esperienza politica?
Quattro anni fa mi sono candidata alle amministrative di Caserta con la lista civica Caserta Decide: risultai la più votata della lista, ma non scattò il seggio. Da allora il mio impegno civico è proseguito e oggi, insieme a Francesco Apperti, ho deciso di affrontare questa sfida regionale.
– Quale messaggio desidera lasciare ai cittadini campani e, in particolare, ai casertani?
Il messaggio è: andate a votare. Scegliete i candidati che più rappresentano le vostre idee, possibilmente una donna e un uomo.
Non lasciamo che anche queste elezioni vengano determinate da chi controlla pacchetti di voti.
Daniele Spisso
