“L’identità perduta”: una mostra fotografica racconta un secolo di declino e trasformazioni a Secondigliano



Secondigliano prova a rileggere la propria storia attraverso le immagini. È il cuore della mostra dal titolo  “L’identità perduta”, promossa dal SeLF – Secondigliano Libro Festival in collaborazione con Periferiamonews, con l’Ordine dei giornalisti della Campania e con l’Associazione commercianti del Casale. Un progetto che affonda le radici nel lento declino economico e sociale del territorio, un tempo Comune autonomo e oggi inglobato nella periferia nord di Napoli.

Per decenni il quartiere ha assistito alla fuga dei suoi imprenditori più facoltosi: in passato ospitava due molini e pastifici capaci di produrre oltre cento formati di pasta, oltre a un grande allevamento suino noto per l’apprezzato “salame di Secondigliano”. Molti commercianti trasferirono le loro attività nel centro cittadino, dove ancora oggi compaiono le insegne originarie lungo il Corso Umberto e le strade limitrofe. Parallelamente iniziava la progressiva trasformazione urbanistica: le fertili campagne cedettero il passo ai grandi insediamenti di edilizia pubblica, la produzione domestica di seta e felpa scomparve, la piana di Scampia venne cementificata e separata dal territorio di Secondigliano, mentre iniziava ad affermarsi il fenomeno della camorra, destinato a segnare profondamente la vita del quartiere.

Questa lunga e complessa metamorfosi è il filo conduttore della mostra realizzata dai giornalisti Salvatore Testa e Luca Saulino, con il patrocinio del Comune di Napoli. Quaranta pannelli raccontano momenti significativi della vita del territorio: scene agresti dei vecchi cacciatori, feste nei cortili delle ville borghesi, la costruzione della linea tranviaria del CTP, frammenti di quotidianità familiare, celebrazioni religiose, le visite di due Papi e l’appello “Ricostruiamo la speranza” di Giovanni Paolo II, che contribuì alla nascita e alla crescita di numerose realtà del volontariato locale. Non mancano scorci delle chiese e dei palazzi storici, insieme al percorso che ha portato alla proclamazione a santo di Gaetano Errico, fondatore della Congregazione dei missionari dei Sacri Cuori e figura profondamente legata a Secondigliano.

La mostra sarà visitabile dal 9 al 13 dicembre nel salone del mercatino rionale, con inaugurazione prevista per il 9 dicembre alle ore 11. Un luogo simbolico scelto – sottolineano i promotori – per “portare l’arte e la cultura tra la gente, in un territorio dove le strutture dedicate sono poche e spesso sottoutilizzate”.

L’iniziativa è accompagnata da un catalogo che raccoglie interventi di rilievo: dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della prima Giornata nazionale delle periferie, al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che individua in questa rassegna una nuova opportunità di rilancio per il quartiere; dal Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, da sempre vicino al SeLF, fino ai contributi di studiosi e professionisti legati al territorio, tra cui Vincenzo Moretti, Emilio Lupo, padre Antonio Palmiero, Anna Baldissara, Ugo Frigerio e Davide Cino.

Un percorso di memoria e consapevolezza che prova a restituire voce a un’identità smarrita, offrendo uno sguardo nuovo su un territorio che continua a interrogarsi sul proprio futuro.

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