Napoli, condanna unanime dopo gli insulti sessisti alle atlete del Napoli Women

Il caso degli insulti sessisti rivolti alle calciatrici dell’Under 17 del Napoli Women, durante e dopo un’amichevole contro una formazione maschile Under 14 del Don Guanella Scampia 1996, continua a scuotere il mondo sportivo e istituzionale della città. Un episodio definito dallo stesso club femminile «una ferita», aggravata anche dalla diffusione sui social di foto, video e messaggi volgari indirizzati alle giovani atlete, alcune delle quali sono state persino contattate privatamente con nuove offese.

In una lunga lettera aperta, il Napoli Women denuncia il clima tossico vissuto dalle proprie tesserate: «Le nostre ragazze – minorenni, atlete, figlie, studentesse – sono state oggetto di insulti sessisti e omofobi che nulla hanno a che fare con lo sport». La società parla di «parole pesanti, violente», che negano il diritto delle giovani a sentirsi sicure in campo, e invita formalmente i tecnici e i ragazzi coinvolti a partecipare a una giornata formativa presso un centro antiviolenza e antidiscriminazione, «non per punire, ma per offrire un’occasione vera di consapevolezza».

Una presa di posizione immediata è arrivata anche dal Don Guanella Scampia 1996. Il presidente don Aniello Manganiello, a nome della società, si è detto «profondamente deluso» e ha espresso «ferma condanna» per i comportamenti di alcuni tesserati: «Abbiamo sempre ribadito che i valori da perseguire attraverso il calcio sono il rispetto dell’altro e dell’altra, un linguaggio pulito, il contrasto alla violenza». Il club ha inoltre annunciato «seri provvedimenti disciplinari», ritenuti necessari per dare «un segnale forte a tutti gli altri membri dell’associazione sportiva». Parallelamente, il Don Guanella ha assicurato un ulteriore potenziamento dei percorsi educativi interni, con iniziative mirate alla sensibilizzazione contro violenza, prevaricazione e linguaggi discriminatori.

Netta anche la reazione istituzionale. Il consigliere comunale Pasquale Esposito ha definito l’episodio «un fatto grave che non può essere minimizzato», sottolineando come il comportamento dei ragazzi coinvolti riveli «un serio problema di diseducazione all’affettività e al rapporto con l’altro sesso». Per Esposito è indispensabile «un impegno strutturale, soprattutto educativo, per restituire ai giovani il senso del rispetto, della dignità e della relazione», altrimenti episodi del genere continueranno a ripetersi.

La vicenda, che ha coinvolto minorenni di entrambe le società, apre ancora una volta il dibattito sul ruolo formativo dello sport e sulla necessità di un’azione educativa condivisa tra famiglie, società sportive e istituzioni. Un lavoro che, come ricordato dal Napoli Women, non può essere rimandato: «Perché i ragazzi di oggi non diventino gli uomini violenti di domani».

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