La storia di Madre Miradio della Provvidenza si intreccia in modo profondo con quella di Secondigliano, in un tempo segnato da povertà diffusa, emigrazione e fragilità sociali. A 99 anni dalla sua morte, avvenuta il 15 dicembre 1926, la sua figura emerge come una delle più significative esperienze di carità operosa e visione educativa vissute nel quartiere agli inizi del Novecento.
Fondatrice delle Povere Figlie di Sant’Antonio, oggi Religiose Francescane di Sant’Antonio, Madre Miradio della Provvidenza maturò la propria vocazione in un contesto storico difficile, scegliendo di rivolgere la sua missione soprattutto ai bambini e alle famiglie più povere. Il suo progetto prese forma concreta nel 1919, quando, ottenuto il permesso del cardinale Prisco, decise di avviare a Secondigliano una casa religiosa che fosse allo stesso tempo luogo di accoglienza, istruzione e formazione cristiana.
L’area scelta, allora periferica e priva di servizi adeguati, era abitata da nuclei familiari segnati da precarietà economica e mancanza di opportunità educative. In questo scenario, Madre Miradio della Provvidenza intuì che la scuola poteva diventare uno strumento decisivo di riscatto. Nacquero così i primi ambienti destinati all’insegnamento e ai laboratori, frequentati da bambini che spesso non avevano alternative se non la strada.
La risposta delle famiglie fu immediata. Nonostante le difficoltà economiche, i genitori affidarono con fiducia i propri figli alle suore, contribuendo con una retta simbolica che non copriva neppure le spese di gestione. In breve tempo, però, gli spazi disponibili si rivelarono insufficienti a contenere il numero crescente di bambini desiderosi di studiare. Una situazione che avrebbe potuto scoraggiare, ma che Madre Miradio della Provvidenza affrontò con determinazione e fiducia.
Secondo le testimonianze tramandate dalla congregazione, in quel momento di difficoltà la fondatrice invitò le suore a recitare una tredicina in onore di Sant’Antonio, affidando alla preghiera il futuro dell’opera. Al nono giorno, una circostanza inattesa cambiò il corso degli eventi: una donna, intenzionata a emigrare, mise in vendita il proprio appartamento a un prezzo accessibile. L’incontro tra la proprietaria e Madre Miradio della Provvidenza fu decisivo. Colpita dalla finalità educativa e dall’impegno delle religiose, la donna accettò condizioni favorevoli, consentendo l’acquisto dell’immobile.
Quella casa divenne il nuovo centro dell’opera: un luogo stabile in cui proseguire l’attività scolastica e religiosa, garantendo a molti bambini un percorso educativo e sottraendoli a situazioni di abbandono. In pochi anni, Madre Miradio della Provvidenza riuscì a consolidare una presenza che non si limitava all’assistenza, ma puntava alla crescita integrale delle persone.
La sua morte, avvenuta nel 1926 dopo soli sette anni di intensa attività a Secondigliano, non segnò la fine dell’opera, che continuò nel tempo grazie alle religiose da lei formate. L’eredità lasciata da Madre Miradio della Provvidenza resta ancora oggi visibile nella memoria storica del quartiere e nelle strutture educative nate dal suo impegno. L’avvio dell’Anno Miradiano rappresenta un’occasione per rileggere una storia di fede concreta, profondamente radicata nel territorio e ancora capace di parlare al presente.
