Scampia, il GRIDAS a rischio sgombero dopo una sentenza: appello a Regione e Comune per salvare 45 anni di cultura e attivismo

Una sentenza della Corte d’Appello che conferma la condanna per “occupazione senza titolo” nei confronti del GRIDAS mette oggi a rischio uno dei presìdi culturali e sociali più longevi della periferia nord di Napoli. Il provvedimento, emesso in favore dell’Acer – ente afferente alla Regione Campania e indicato come proprietario dell’immobile – potrebbe portare allo sgombero dello storico centro sociale di Scampia, attivo da quasi 45 anni.

Il bene, costruito tra gli anni Sessanta e Settanta per essere destinato ad attività di centro sociale, è stato sottratto all’abbandono proprio dal GRIDAS, che ne ha mantenuto nel tempo la destinazione d’uso, garantendone l’apertura al quartiere, il pagamento delle utenze e una gestione interamente gratuita, senza finanziamenti pubblici né privati. Un impegno che nel 2013 era già stato riconosciuto dalla magistratura con una piena assoluzione in sede penale per l’opera svolta a servizio della collettività.

A due mesi dalla 44ª edizione del Carnevale Sociale di Scampia, iniziativa che parte proprio dal centro sociale e richiama ogni anno persone, bande musicali e associazioni da tutta Italia, il rischio sgombero assume un valore che va oltre l’aspetto giuridico. «Non è una questione tecnica, ma una scelta politica», sottolineano i promotori dell’appello pubblico lanciato dal GRIDAS, che chiedono un intervento immediato al Presidente della Regione Campania Roberto Fico, al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e al dirigente dell’Acer Lebro.

A sostegno dell’appello, pubblicato sulla piattaforma Change, hanno già firmato numerose personalità del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, tra cui Desirée Klain, Marisa Laurito, Maurizio de Giovanni, Roberto Saviano, Daniele Sanzone, Maurizio Capone, Carmine D’Aniello, Patrizio Rispo, Massimo Mollo, Marzia Del Giudice, Trisha, Roberto Colella, Giuseppe Giulietti, Alex Zanotelli e Mario Martone.

Il centro sociale di Scampia non è solo uno spazio fisico, ma un luogo simbolico di produzione culturale, relazione e solidarietà, riconosciuto anche attraverso l’opera di Felice Pignataro, figura centrale della cultura popolare napoletana. I suoi murales, che impreziosiscono le pareti del centro, sono parte di un patrimonio artistico conosciuto anche all’estero. Alla sua memoria è dedicata la stazione “FELImetrò” della Linea 1 della metropolitana di Napoli, fermata Piscinola, e la sua arte murale è stata riconosciuta come bene comune immateriale della città di Napoli con una delibera comunale del febbraio 2018.

«Chi ha restituito vita a un luogo abbandonato viene trattato come un problema. Chi ha prodotto cultura e cura viene chiamato abusivo», si legge nell’appello, che invita artiste e artisti, operatrici e operatori culturali, attiviste e cittadini a prendere parola pubblicamente, anche attraverso brevi video di solidarietà, per chiedere il blocco della sentenza e una chiara assunzione di responsabilità politica.

La vicenda del GRIDAS apre così una riflessione più ampia sul ruolo degli spazi sociali autogestiti e sul diritto alla cultura come bene comune. «Il GRIDAS non è un edificio, ma una pratica viva, memoria collettiva e possibilità», ribadiscono i promotori. In gioco, sottolineano, non c’è solo il destino di un luogo, ma un’idea di città fondata sulla partecipazione, sull’autogestione e sulla cultura come diritto.

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