Per la toponomastica è vico Lungo del Ponte. Per i secondiglianesi è più semplicemente ” ‘a Venella spuntatora”. Così la gente del quartiere ha sempre chiamata quella stradina che oggi collega via Vittorio Emanuele a via Dante, costeggiando vecchi palazzi, qualche bottega e l’istituto delle Religiose Francescane di Sant’Antonio.
Bisogna tornare al 1863 per trovare l’origine della strada. L’opera fu decisa per mettere in comunicazione due importanti arterie di Secondigliano, da una parte via Ficucella, dall’altra la Discesa del Ponte (solo il secondo toponimo è rimasto nella memoria collettiva con riferimento all’incrocio di via Regina Margherita – corso Secondigliano e al ponte che passava sul vecchio torrente).
Ci vollero 8.800 lire per realizzare una delle più importanti opere pubbliche del tempo che, grazie a due uscite, spuntava in due diverse parti del quartiere, favorendo il passaggio dei cittadini.
Qui nel 1919 presero inizio i lavori per la costruzione dell’istituto delle Religiose Francescane di Sant’Antonio (allora si chiamavano Povere Figlie di S. Antonio), tuttora funzionante. Era l’ultima casa aperta da Madre Miradio della Provvidenza, fondatrice della congregazione religiosa, deceduta nel 1926. Asilo, scuola elementare, laboratori per i più piccoli … la Provvidenza ancora una volta aveva scelto Secondigliano.
