Napoli perde Raffaele La Capria, colosso della letteratura del secondo ‘900

Ci ha lasciati questa notte lo scrittore, traduttore e sceneggiatore napoletano Raffaele La Capria, una delle voci più significative del panorama letterario italiano del secondo ‘900, che avrebbe compiuto 100 anni ad ottobre.

“Sono uno scrittore che non ha mai superato la linea del successo vero. Come diceva Ennio Flaiano, mi considero un minore interessante” affermava La Capria. L’autore viveva a Roma, ma Napoli, sua città natale, è stata sempre al centro dei suoi racconti: vinse infatti il premio Strega nel 1961 con il libro “Ferito a morte” che denunciava proprio il malgoverno partenopeo. “Ferito a morte” è poi confluito con il precedente libro “Un giorno d’impazienza” e con il successivo “Amore e psiche” in “Tre romanzi di una giornata” nel 1982.

Ha collaborato inoltre alle pagine culturali del Corriere della Sera, diventando condirettore della rivista letteraria “Nuovi Argomenti” nel 1990. È stato autore di radiodrammi per la Rai ed è stato apprezzato nel mondo del cinema: infatti è stato anche co-sceneggiatore di molti film di Francesco Rosi, tra i quali “Le mani sulla città”, grazie al quale ha ottenuto il Leone d’Oro a Venezia nel 1963 e “Uomini contro” ed ha anche collaborato con Lina Wertmüller alla sceneggiatura del film “Ferdinando e Carolina”.

Tra le altre opere, si ricordano le raccolte di racconti come “La neve del Vesuvio”, “Fiori giapponesi”, e “Colapesce”. Si è dedicato molto anche alla saggistica, pubblicando, tra gli altri, “False partenze”, “Il sentimento della letteratura” e l’autobiografia “Cinquant’anni di false partenze” nel 2002. Nel 2003 le sue opere sono state pubblicate in un volume della collana “I Meridiani” a cura di Silvio Perrella.

La Capria ha anche tradotto opere per il teatro di autori come Jean-Paul Sartre, Jean Cocteau, T. S. Eliot, George Orwell e introdotto o prefato edizioni di opere di Ignazio Silone, Giosetta Fioroni, Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Furio Sampoli, Randall Morgan, Damiano Damiani, Eduardo De Filippo, Ruggero Guarini, Sandro Veronesi, Stendhal, Predrag Matvejević e Stefano Di Michele.

“La scomparsa di Raffaele La Capria priva Napoli di uno dei suoi più acuti interpreti e di uno dei suoi più intriganti narratori. I suoi romanzi, dal memorabile ‘Ferito a morte’ del 1961 sino ai più recenti, le sue intense raccolte di racconti, le stilisticamente efficaci scritture autobiografiche, le eleganti traduzioni di scrittori cruciali per la modernità hanno sempre rappresentato punti di vista originali e provocatoriamente divergenti sulla contemporaneità. Nell’esprimere la mia vicinanza al dolore dei familiari e degli amici di ‘Dudu’ a nome di tutta la città, sono sicuro che le scritture di La Capria saranno sempre impareggiabili strumenti di comprensione del mondo che ci circonda e soprattutto continueranno a restituire un potente sguardo obliquo e perciò rivelatore della complessità della nostra città. Sarà dovere di questa Amministrazione omaggiarne la memoria” queste le parole del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

“Con Raffaele La Capria scompare dalla vita terrena un grande intellettuale napoletano, rimarranno le sue opere, i suoi scritti, la sua anima con radici profonde nella nostra terra” è stato il messaggio di cordoglio dell’ex Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

Sara Finamore

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