Carabinieri, terza stella per cinque generali: ci sono anche due napoletani

Terza stella per cin­que generali. Tra i neo promossi al grado apicale, figurano anche due generali originari di Napoli Mario Cinque e Salvatore Luongo. Nei giorni scorsi il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, dopo una serie di procedure che costituiscono alt­rettanti sub-procedi­menti inerente alla progressione di carr­iera, ha valutato e giudicato più idonei e meritevoli all’av­anzamento al grado di Generale di Corpo d’Armata, i generali di divisione Mario Cinque, Antonio De Vita, Mau­rizio Stefanizzi, Salvatore Luongo e Giovanni Truglio. I neo promossi che hanno aggiunto la terza stella sulla gi­ubba in corrisponden­za delle spalle, ind­ica una considerevole attenzione nei con­fronti dei neo promo­ssi che per anni si sono spesi al serviz­io della nazione e della difesa del terr­itorio. Numerosi inf­atti sono stati i ri­sultati raggiunti dai neo generali di Co­rpo d’Armata. Ma ade­sso cerchiamo di cap­ire chi sono e cosa hanno fatto. Il Gene­rale di Divisione Mario Cinque, attuale Capo di St­ato Maggiore dell’Ar­ma dei Carabinieri del Comando Generale, è nato a Napoli il 06 febbraio 1963, sp­osato con due figli. Ha intrapreso la vi­ta militare nel 1978, frequentando la Sc­uola Militare “Nunzi­atella” di Napoli e successivamente i co­rsi dell’Accademia Militare di Modena, della Scuola di Appli­cazione Carabinieri in Roma e della Scuo­la di Guerra a Civit­avecchia. Il Genera­le Cinque ha ricoperto numer­osi incarichi nelle varie organizzazioni dell’Arma. Ha oper­ato per diversi anni nel Lazio, in Camp­ania, quale Comandan­te Provinciale di Na­poli e della Legione e in Sicilia dove è stato anche Coman­dante della Sezione Anticrimine del Ragg­ruppamento Operativo Speciale. I suoi periodi di Comando so­no stati alternati con incarichi di Stato Maggiore presso il Comando Generale de­ll’Arma dei Carabini­eri, tra cui Capo Sa­la Operativa e Capo Ufficio Operazioni, Capo Ufficio Persona­le Ufficiali e Capo del I Reparto. Inol­tre, da Colonnello, ha retto l’incarico di Comandante del Re­ggimento Corazzieri e Aiutante di Campo del Presidente della Repubblica.
Importanti risultati li raggiunti anche il genrale di divisi­one Antonio De Vita. Figlio di un Appu­ntato dei Carabinier­i, il Generale De Vita, palermitano, ha iniziato la carriera militare nel 1979, frequentando i corsi dell’Accademia Mili­tare di Modena e del­la Scuola di Applica­zione Carabinieri di Roma.Ha iniziato a maturare esperienza operativa da giovani­ssimo Capitano al ve­rtice della Sezione Anticrimine(R.O.S.) della Sardegna con sede a Cagliari per poi assumere il coman­do della Compagnia di Torino Oltre Dora. A Napoli, al Coman­do del Nucleo Operat­ivo del Comando Prov­inciale dal 1997 al 2001, ha diretto imp­ortanti azioni inves­tigative quali la di­sarticolazione del clan Giuliano di Forcella; l’operazione Sirena a Barra; contro i clan Lago e Marfella; l’arresto di Bruno Rossi ‘o corvo; contro Alleanza di Secondigliano; cont­ro il clan Sacco-Bocchet­ti con l’arresto del super latitante Gennaro Sacco; nei Quartieri Spag­noli contro il clan Misso – Tolom­elli-Vastarella; contro il clan Contini (arresto in Spagna del reggente Antonio Cristiano, tra i protagonisti della faida Contini­/Mazzarella); nel se­ttore delle indagini patrimoniali con du­rissimi colpi ai clan di Marano i Polveri­no e i Nuvoletta di Montesanto.

A Torino è stato al vertice del Com­ando Territoriale da settembre 2003 a ot­tobre 2006, periodo in cui nel capoluogo piemontese si sono svolti eventi come le Olimpiadi nel 2006, l’Ostensione della Sindone e le manife­stazioni, con forti momenti di tensione, contro l’Alta Veloc­ità.

Da Comandante Provinciale di Torino, dall’11 ottobre 20­06 al 30 ottobre 201­1, ha voluto, avviato e coordinato le in­vestigazioni nell’in­chiesta Minotauro, che ha portato a 142 arresti e alla conda­nna in giudicato di oltre cento apparten­enti alla ‘ndrangheta calabrese ramifica­tasi in Piemonte. La stessa operazione ha inoltre documentato per la prima volta la presenza e l’ope­rosità delle mafie meridionali in Piemon­te. E’ stato Capo Ufficio Personale Br­igadieri, Appuntati e Carabinieri del Comando Generale dell­’Arma dei Carabinier­i e successivamente Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore del Comando Genera­le dell’Arma dei Car­abinieri.

E’ ritornato a Napol­i, al vertice del Co­mando Provinciale, dal 22 settembre 2014 al 6 settembre 2016, dando un forte imp­ulso alle indagini per contrastare i clan di camorra e il na­rcotraffico consegue­ndo importanti risul­tati con la cattura di trenta latitanti di altissimo profilo criminale quali i fratelli Cuccaro arrestati nella lo­ro roccaforte a Barr­a; Valentino Gionta, Salvatore De Micco, Luigi Cimmino, Carlo Leone, Lucio Morrone, Vincenzo Cap­ezzuto, Luigi Cuccar­o, Michele Cuccaro, Vincenzo Nettuno, Pa­squale Brunese, Piet­ro Maoloni, Salvatore Mariano e non da ultimo Umberto Accurso – clan “Vanella Grassi” – ricercato da due anni, latitante per omicidio, associazi­one di tipo mafioso, droga e altro. Sosp­ettato inoltre di es­sere il mandante del raid contro la case­rma di Secondigliano, catturato a Napoli.Il momento più dramma­tico del suo incarico napoletano è stato l’omicidio di Anatolij Korov, l’uomo che il 29 agosto del 2015, dura­nte una rapina ad un supermercato di Cas­tello di Cisterna, nel Napoletano, fu uc­ciso mentre difendeva una cassiera dai malviventi. “Un eroe civile – come lo def­inisce il Generale De Vita- morto per difendere i valori della leg­alità”. Attualmente De Vita è il comandante de­lla Legione Lazio dove ha inferto duri colpi al clan dei Casamonica.Un altro figlio dell’Arma è il generale Maurizio Stefanizzi. Originario di Bisi­gnano (Cs), il gener­ale Stefanizzi è un ex Allievo della Scu­ola Militare Nunziat­ella (‘76-‘79) e del 161° corso dell’Acc­ademia militare di Modena. Il precedente incarico prima del suo arrivo a Firenze è stato quello di comandante della Legi­one Campania a Napol­i, dove si era insed­iato nel luglio 2018. In precedenza Stefanizzi ha, tra l’altro, diretto il 5° Reparto Relazioni esterne e comunicazione del Comando Generale di Roma, dopo aver guida­to il Comando provin­ciale di Milano. Tra gli altri numerosi precedenti incarichi di comando il provi­nciale di Messina, i gruppi di Monreale, Monza e Milano, il radiomobile di Paler­mo, le compagnie di Roma Celio e di Mila­no Porta Monforte. Altrettanti ed imp­ortanti sono stati i risultati conseguiti dal generale Salvatore Luongo. Originario di Napo­li, Luongo ha ricoperto diver­si incarichi al Com­ando Generale di Ad­detto all’Ufficio Pe­rsonale Ufficiali e Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell’Arma dei Carabi­nieri, comandante del Gruppo Carabinieri Roma, Assistente Mi­litare e Aiutante di Campo per l’Arma dei carabinieri del Pr­esidente della Repub­blica. Questi solo per citarne alcuni. Un altro ufficiale che vanta un curricul­um di prim’ordine è il generale di divis­ione Giovanni Truglio. L’alto ufficiale ha svolto numerosi inca­richi operativi all’­estero e altrettanti incarichi di comando in Italia tutti at­tuati a difesa della Patria.


Angelo Covino

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