I bioritratti: Teresa De Sio, la scugnizza della musica napoletana internazionale

Quando Teresa De Sio nel 1978, a 26 anni, apparve nella trasmissione televisiva della Rai, “Voci di donne”, si doveva subito capire che quella giovane cantautrice napoletana stava rappresentando un nuovo modo di interpretare la musica e le parole, partendo dalla gente del Mezzogiorno d’Italia, dal loro bacino storico culturale: “ci sono paesi del Sud, dalle mie parti, dove ad una certa ora del giorno succede qualcosa di strano, in cui tutto si sospende, tutto sta zitto -dice la De Sio in quel programma TV di 47 anni fa- accade  verso le due del pomeriggio, d’estate, quando si sente solamente l’afa e il caldo, che si stendono sulle case bianche e sul mare, immobile.  E in quel momento si sente solo il rumore delle mosche e dei calabroni … in questo momento -proseguiva la cantautrice- i pensieri della gente cominciano ad andare in armonia con questi suoni e con questo silenzio, allora i pensieri non hanno più parole … in questo momento del giorno nasce un linguaggio strano, intraducibile, duro e musicale, che sa di caldo, di afa e di sudore”.

Queste parole ci dicono, anzi ci insegnano, che i suoni e il silenzio non sono altro che un linguaggio, che ci comunica “cose” ed emozioni, attraverso un codice lessicale che ognuno di noi filtra nel proprio pensiero a seconda della propria sensibilità umana. 

Tersa De Sio è nata a Napoli il 3 novembre 1952, da papà Alfonso e mamma Elvira, rispettivamente avvocato e casalinga, anche se la madre era laureata in medicina, però a quei tempi, la figura femminile era costretta troppo spesso a mettere da parte la propria ambizione professionale per dedicarsi interamente alla famiglia. Dopo cinque anni dalla nascita di Teresa ecco che arriva la secondogenita,  Giuliana, che diventerà una delle attrici più quotate del panorama teatrale e cinematografico italiano.

La carriera musicale di Tersa De Sio prende il via dal gruppo  “Musicanova”, una compagine di grandi artisti napoletani (tra cui Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò), diventata popolare con la colonna sonora dello sceneggiato televisivo “L’Eredità della priora”. In questo gruppo  la De Sio mette insieme folk e canzone napoletana, Tarantella e quella che oggi viene definita “global music”.

Nel 1980 pubblica il suo primo album da solista, “Sulla terra sulla luna”, con undici tracce tra cui “Il viaggio” e “E vulesse cantare”, mentre due anni dopo esce l’LP “Teresa De Sio”, con la popolarissima “Voglia ‘e turnà”, che diventerà un inno del Sud, ancora oggi conosciuto e riconosciuto, dove la cantante napoletana intinge malinconia, odori, colori dei vicoli in una musicalità fresca e sbarazzina.

Continua la propria carriera con l’album “Tre”, intanto diventa uno dei volti più noti al grande pubblico anche grazie alle numerosi apparizioni nelle trasmissioni televisive. Nel disco “Africana”, del 1985, inizia una solida collaborazione con il musicista inglese Brian Eno, che negli anni successivi si estenderà a Tullio De Piscopo, al violoncellista Paul Buckmaster e ad Ivano Fossati, a cui la De Sio presterà la voce nel brano “La volpe”, contenuto nell’album “La pianta del té”.

La fine degli anni novanta sono caratterizzati dal suo avvicinamento alla Taranta, anche attraverso il documentario “Craj” in cui lei è tra i protagonisti.

Il nuovo millennio per la cantautrice napoletana si apre con la collaborazione con il produttore brasiliano Lenine e prosegue con la scoperta della sua bravura come scrittrice, attraverso i romanzi “Metti il diavolo a ballare” e “L’Attentissima”.

Tra innumerevoli riconoscimenti, una trentina di album (tra registrazioni in studio, live, raccolte e raccolte con i “Musicanova”), Tersa De Sio rimane ancora oggi uno dei riferimenti musicali e culturali più forti nel panorama artistico nazionale; infatti il suo grande pregio (sin dai tempi di “Villanelle popolaresche del ‘500” degli anni settanta) è sempre stato quello di saper creare opere che, pur mantenendo la tradizione dialettale napoletana, hanno sempre saputo coniugarla ad un’internazionalità difficilmente ripetibile da altri autori.

Fabio Buffa

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