Secondigliano, Mariachiara Palermo: «Ecco il mio impegno nei percorsi inclusivi con la ginnastica artistica»

Inclusione è un concetto tanto ricercato quanto difficile da concretizzare nella realtà quotidiana: quando però finalmente la teoria incontra la pratica, accadono cose straordinarie.

Un ambiente in cui si possono vedere i frutti di un percorso inclusivo si trova proprio a Secondigliano: Mariachiara Palermo, 33enne insegnante di ginnastica artistica dell’associazione sportiva “No Limits”, sta portando avanti l’idea che possano nascere percorsi di questa disciplina che includano atleti con disabilità fisiche.

I suoi ideali si stanno pian piano concretizzando attraverso percorsi sperimentali all’interno della palestra dove insegna e ne abbiamo parlato con lei per saperne di più.

Come nasce la tua passione per la ginnastica artistica? Raccontaci di te e della “No Limits”

«Stiamo ottenendo successi come associazione sportiva nella serie D di ginnastica artistica che ha 5 livelli: è uno sport che si sta sempre più diffondendo e sono contenta di questo. Fin da piccolissima, sono parte della “No Limits”, ho lasciato circa a 17 anni per iniziare a praticare danza per poi riprendere con la ginnastica artistica e ad oggi insegno questa disciplina. Mi sono laureata in Scienze Motorie lo scorso anno, avendo precedentemente intrapreso un percorso accademico totalmente diverso, perché sentivo di dovermi maggiormente formare in questo ambito. La mia tesi è stata una ricerca sulla possibile esistenza della ginnastica paralimpica: ho usato fonti online e ho incontrato alcuni atleti paralimpici, online e di persona, di altri sport quali nuoto, pallamano e atletica leggera. Ho avuto poi modo di incontrare una ginnastica e poledancer paralimpica che è venuta da me in palestra per studiare insieme dei possibili programmi di gara per poter rendere questo sogno una realtà. Ma di questo punto, vorrei parlarne in seguito perché ci saranno nelle novità nei prossimi mesi».

Da dove nasce l’idea di creare percorsi inclusivi per la ginnastica artistica?

«Al momento la ginnastica artistica non è inclusa tra gli sport paralimpici, ma sono convinta che possa essere praticata anche da chi ha un’invalidità fisica. Ho recepito la filosofia dell’inclusività proprio dall’associazione “No Limits” di cui faccio parte, in particolare dalla Presidente Maria Teresa Amato: l’inclusività è per tutti e per tutte. Ho sperimentato questo sulla mia pelle: non avevo le caratteristiche tipiche della ginnasta, ho faticato per arrivare ad avere una certa mobilità articolare e durante il mio percorso ho incontrato maestri e allenatori illuminati, che mi hanno aiutato a credere in me, ma anche altri più cattivi che mi spingevano a rinunciare. Da queste mie esperienze, ho capito cosa volevo e cosa non volevo essere. Sono da sempre impegnata nel sociale: faccio attivismo a Scampia attraverso corsi di danza e psicomotricità, ho lavorato nelle scuole con il progetto gioco-sport, con percorsi educativi con bambini e bambine nei campi rom. In particolare, ho avuto esperienze nelle scuole con bambini con disabilità intellettive e cognitive che le maestre definivano “bambini speciali”, ovvero bambini con cui non era possibile svolgere determinate attività: questa definizione fondamentalmente limitava le loro potenzialità e ho dimostrato, di volta in volta, che si sbagliavano e che quei bambini potevano farcela e raggiungere i loro traguardi come gli altri. Io sento molto questo tema perché mi sono sentita come quei bambini: non avevo il fisico tipico della ginnasta, eppure oggi insegno ad altri questo sport, mi esibisco come performer al Carnevale di Scampia e ho avuto modo di aprire il concerto de “La Maschera”, smontando così dei pregiudizi».

Sara Finamore

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