Settimana Santa, dalla Curia di Napoli linee guida per le celebrazioni

L’Ufficio Liturgico della Curia di Napoli ha reso pubblica la nota per guidare le comunità per le celebrazioni della Settimana Santa.

Domenica delle Palme: Passione del Signore

BENEDIZIONE DEI RAMI D’ULIVO E PROCESSIONE

Tale rito deve essere uno soltanto. Si rammenta che la benedizione delle palme o dei rami si fa per portarli in processione, e che questa va fatta sempre prima della messa con mag­giore concorso di popolo, anche nelle ore vespertine, sia del sabato che della domenica.

LETTURA DELLA PASSIONE

Per il bene spirituale dei fedeli è opportuno che il racconto della passione sia proclamato integralmente e non vengano omesse le letture che lo precedono. Inoltre, secondo l’op­portunità, si tenga l’omelia; si può osservare anche un momento di silenzio (MR 124, n. 22).

Messa vespertina del Giovedì Santo «Cena del Signore»

ACCOGLIENZA DEGLI OLI BENEDETTI

Questo momento celebrativo si svolge all’inizio della Messa; esso è segno di comunione con il Vescovo e con tutta la Chiesa diocesana. Gli oli siano portati in processione e pre­sentati alla comunità; deposti sulla mensa vengano incensati insieme allo stesso altare e poi messi in un luogo adatto loro riservato. Qualora la custodia degli oli non è all’interno dell’aula liturgica, questa reposizione avvenga alla fine della celebrazione.

LAVANDA DEI PIEDI

La lavanda dei piedi è uno dei gesti significativi di questa celebrazione. Essa si può tenere, dove lo consigliano motivi pastorali (MR 138, n. 10). Come ben noto, «i pastori possono scegliere un gruppetto di fedeli (quindi non numericamente eccessivo, e né necessaria­mente dodici) che rappresenti la varietà e l’unità di ogni porzione del popolo di Dio. Tale gruppetto può constare di uomini e donne, e convenientemente di giovani e anziani, sani e malati, chierici, consacrati, laici» (DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI “In Missa in Cena Domini” del 6 gennaio 2016).

ALTARE DELLA REPOSIZIONE

Come è noto, l’altare o la cappella della reposizione non è il luogo della sepoltura del Signore, ma il luogo convenientemente ornato in cui viene custodito il pane eucaristico per la comunione nel giorno seguente.

Se quindi lo spazio liturgico al termine della celebrazione ci introduce in un clima austero di raccoglimento e di preghiera, anche il luogo della reposizione partecipa di quella stessa moderazione che conviene al momento celebrato e vissuto.

  • • L’ostentazione di una fioritura solenne, esagerata, imponente, sarebbe retaggio di un passato in cui pietà popolare, tradizioni locali e significati si mescolavano e facevano di quello spazio un sepolcro regale nel quale adorare il Cristo. L’altare della reposizione deve invece evocare il clima dell’orto degli ulivi, nel quale le voci e i rumori si attenuano fino a lasciare il campo a un silenzio profondo e adorante.
  • • Non servono dunque fioriture e allestimenti maestosi, né eccessivi segni, spesso frutto di estrosa fantasia, che finiscono per distogliere lo sguardo e l’attenzione dal “Segno”, Cristo presente nel pane eucaristico; è piuttosto necessaria la preparazione di un luogo accogliente e consono alla preghiera, senza elementi di disturbo. Risulta pertanto asso­lutamente inopportuno dare “un tema” all’altare della reposizione.
  • • Esso non è dunque il luogo dove ostentare la solennità e gareggiare alla realizzazione più bella, né delle rappresentazioni scenografiche con le quali stupire i fedeli: l’unico stupore è dato dal dono dell’Eucaristia da parte del Signore stesso alla sua Chiesa.
  • • Il Santissimo Sacramento sia custodito in un tabernacolo chiuso.
  • • Non si può mai fare l’esposizione con l’ostensorio.
  • • Il tabernacolo o custodia non deve avere la forma di un sepolcro o di un’urna cineraria.
  • • Si esortino i fedeli a rimanere in adorazione, a condizione che dopo la mezzanotte, que­sta avvenga senza alcuna solennità (MR 149, n. 42).

Venerdì Santo «Passione del Signore»

ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

Il Messale Romano indica con estrema chiarezza le modalità di tale gesto (MR 157, n. 10): tuttavia, essendo appena terminata la fase acuta della pandemia, è necessaria la prudenza circa la venerazione con il bacio della Santa Croce.

Chi presiede la celebrazione darà indicazioni in merito (se consentire il bacio, oppure più semplicemente il genuflettersi o l’inchinarsi).

ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE

In questo giorno la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’Eucaristia. Sono strettamente proibite le celebrazioni dei sacramenti, eccetto quelli della Penitenza e dell’Unzione degli Infermi.

Le esequie siano celebrate senza canto e senza il suono dell’organo e delle campane.

VIA CRUCIS ED ALTRI PII ESERCIZI

Per la loro importanza pastorale, in questo giorno si propongono alcuni pii esercizi, come la «Via Crucis», le processioni della Passione o la memoria dei dolori della Beata Vergine Maria. I testi e i canti di questi pii esercizi siano in armonia con lo spirito liturgico. L’orario dei pii esercizi e quello della celebrazione liturgica sia composto in modo tale che l’azione liturgica risulti di gran lunga superiore per sua natura a tutti questi esercizi.

Sabato Santo

ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE

Anche in questo giorno si seguano le indicazioni sopra citate per il Venerdì Santo, specie per quanto riguarda l’eventuale celebrazione delle esequie.

L’ORA DELLA MADRE

Possono essere esposte per la venerazione dei fedeli l’immagine del Cristo crocifisso o deposto nel sepolcro, e l’immagine della Beata Vergine Maria Addolorata. In questo giorno si consideri l’opportunità pastorale di celebrare il pio esercizio dell’Ora della Madre.

Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore» Veglia Pasquale nella notte santa

ORARIO E STRUTTURA DELLA CELEBRAZIONE

«L’intera celebrazione della Veglia Pasquale deve svolgersi durante la notte, così che non inizi prima che scenda la notte e si concluda prima dell’alba della domenica» (MR 161, n. 3). Tale regola è di stretta interpretazione. Gli abusi e le consuetudini contrarie, che talvolta si verificano, non possono essere ammessi: come ad esempio anticipare l’ora della cele­brazione della Veglia Pasquale nelle ore in cui di solito si celebrano le messe vespertine del sabato.

La struttura dei riti della Veglia non può da nessuno essere cambiata arbitrariamente.

IL CERO PASQUALE

Nel rispetto della verità del segno, si prepari il cero pasquale fatto di cera, ogni anno nuovo, unico, di grandezza abbastanza notevole, mai fittizio, per poter rievocare che Cristo è la luce del mondo. Venga benedetto con i segni e le parole indicati nel messale.

BENEDIZIONE DELL’ACQUA

Anche nel caso che manchino i battezzandi, nelle chiese parrocchiali si faccia almeno la benedizione dell’acqua battesimale (MR 183, n. 43), e non dell’acqua lustrale (MR 185, n. 51); quest’ultima si faccia solo qualora la Veglia si celebra in una chiesa non parrocchiale.

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